Perchè dobbiamo sorridere sempre. autore Sara

Da Michele Orefice @morefice73

Vi racconto una cosa che non ho ancora detto a nessuno. Vi racconto esattamente cosa è successo. Una confessione dal sottosuolo, forse direbbe Dostojewski. Non lo so. So che è realmente accaduto. Io ero lì e lo posso raccontare. Sì, purtroppo o per fortuna, io ero lì. Lì dove? Accanto a mia figlia. E voi penserete, e dagliela, ce lo hai già raccontato tante volte, ogni volta un particolare più straziante, che gusto ci provi a farci piangere. No, stavolta è diverso. Nulla di tutto ciò, almeno spero. E comunque portate pazienza, quello che ho vissuto io non si dimentica mai. E’ come essere reduci da una guerra, una guerra persa per il cuore di una mamma. Una guerra che rimane dentro. Incollata all’anima. Chi ha vissuto in trincea, in prima linea porta per sempre addosso le cicatrici e rivive in continuazione ogni attimo passato sul campo di battaglia. Ma oggi non voglio farvi piangere. Al contrario, vorrei farvi sorridere, perchè io ho capito che qui sulla terra abbiamo solo da sorridere.

Perchè? Adesso ve lo racconto perchè magari quello che ho vissuto forse potrà aiutare molte persone a capire e a.. a sorridere. Capire cosa? capire perchè continuo a sorridere. Perchè non sono impazzita. perchè il dolore è grande ma la speranza, anzi no,  che dico!, la certezza che c’è qualcosa dopo, io ce la ho.E’ successo così. Virginia era morta da forse un’ora e me la tenevo in braccio. Poi è arrivato il dottore e mi ha chiesto gentilmente di uscire dalla stanza perchè lui doveva verificare e constatare il decesso. E’ durato pochi minuti, il tutto. Poi sono rientrata nella stanza e la ho vista, là, piccola, sdraiata su quel letto d’ospedale gigante. Mi sono avvicinata. Eravamo io e lei, uno di fronte all’altra. Ed è successo. Cosa? vediamo se riesco a spiegarlo con le mie misere capacità umane. Qualcosa mi ha investito, mi ha attraversato completamente . Mi sono sentita come investire da qualcosa di fortissimo. E ho avuto la sensazione di spostarmi fisicamente di mezzo metro. Erano come scomparse le infermiere presenti. Non c’era nessun rumore in quel momento. Un silenzio assordante. In quella frazione di secondo mi sono sentita come trasportata in una realtà parallela. Esattamente a mezzo metro da me, c’era una realtà coesistente ma invisibile ai miei occhi. Non riesco meglio a descrivere cosa ho provato. Ma sono stata attraversata da qualcosa di maestoso e potente.Mi sono sentita spostare anche se sono rimasta ferma sul posto. E’ impossibile con parole rendervi l’idea. Forse pensando ad un’onda d’urto o a quei personaggi in quei film che si spostano velocemente da un posto all’altro o da un’epoca all’altra… non lo so. Ma è stata un’esperienza mai provata prima, niente che appartenesse a questa terra. Al mondo che io conosco. Credo fosse l’anima di Virginia. Un’anima potente, come avevo percepito negli ultimi mesi trascorsi con noi, un’anima speciale. Lei mi ha attraversato, forse nel tentativo estremo di far capire a quella testona d i sua mamma che lei c’era ancora ma sotto altro aspetto. Invisibile ai miei occhi ma percepibile da tutto il mio essere. E nell’attraversarmi mi ha fatto conoscere che esiste qualcos’altro. Che non finiva così. E che c’è anche se invisibile ai nostri occhi. E’ stato un ultimo abbraccio,un preziosissimo dono che ho ricevuto da lei ma che durerà dentro di me per sempre. Per questo ora posso sorridere, guardare avanti senza paura. Per questo non ho più paura della morte. E’ il dono più grande che il figlio possa fare ad un genitore. Mia figlia mi ha donato la vita, la Vita con l’iniziale maiuscola. E come posso piangere adesso? Mia figlia mi ha fatto conoscere ciò di cui si parla sempre meno nel nostro mondo e purtroppo anche nelle nostre chiese. Che abbiamo uno spirito e un’anima: non solo un corpo. E questo spirito è gigantesco e fortissimo. Maestoso come la tramontana e forte come un terremoto e il nostro corpo, che tanto ci affanniamo a curare e ad abbellire, è niente in confronto. Ogni essere umano, proprio perchè portatore e custode di un’anima, è sacro. La dignità umana risiede proprio nella sua eternità, nell’avere uno spirito che vince la morte, che va oltre tutta questa miseria che ci appare tanto indispensabile e per la quale ci scanniamo gli uni gli altri. Di questo sono stata testimone  E così dopo tanta esitazione sono qui a scrivere quello che mi è capitato e che è un ricordo così nitido e vivo che sembra sia capitato ieri ed invece è già trascorso un anno e mezzo. Ci penso in continuazione come se fosse il primo passo su un sentiero lunghissimo che mi attende.Ora lo ho condiviso con voi perchè Virgi non mi dica:” mamma, brutta egoista, un dono così bello te lo sei tenuta tutto per te.”Ma è un regalo grande che vi faccio, fatene buon uso.


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