Perché don Sturzo fondò il Partito Popolare Italiano e non il Partito Popolare Cristiano

Creato il 17 marzo 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

di Giovanni Palladino

“Cristo è di tutti, mentre il Partito è di parte. E se poi dovessimo agire male nella nostra attività politica tradendo i valori cristiani ai quali diciamo di ispirarci?”. In poche parole fu questo il ragionamento che convinse la maggioranza a sostenere la proposta di don Luigi Sturzo (PARTITO POPOLARE ITALIANO) su quella di padre Agostino Gemelli (PARTITO POPOLARE CRISTIANO) al momento di dare un nome al Partito nel 1919.

Lo spiegò bene mio padre in un suo intervento sulla strategia spirituale del sacerdote di Caltagirone in un convegno svoltosi a Verona il 25 maggio 1984:

“Don Luigi Sturzo considerava la politica come un’attività laica. Avvertito dal suo grande realismo quando fondò il PPI, egli lo volle aconfessionale e senza attributo di etichetta religiosa. Il suo partito doveva essere di massa e non era facile avere tutti i dirigenti spiritualmente maturi per intendere e praticare la politica come servizio e non come potere. Sicché, quasi per rigore pedagogico, egli pose l’enfasi su due aggettivi: popolare e italiano. Ma ciò facendo, don Sturzo segretamente mirava a dare gloria a Gesù Cristo e alla Chiesa con i frutti spirituali dell’azione politica del suo partito, assumendo su di sé e sul PPI il rischio di coloro che avrebbero fatto politica per sete di potere e non con spirito di servizio”.

Quindi nessuna retorica e nessuna demagogia, né sfruttamento del nome di Cristo o del nome del Papa nel fare politica. Questo è invece avvenuto sabato scorso nella riunione di fondazione del Partito Cristiano Popolare svoltasi addirittura presso l’Università Pontificia Lateranense e con il lancio di un Comunicato Stampa nel quale si afferma: “C’è Papa Francesco al centro del nuovo movimento Cristiano Popolare. (…) Il Partito Cristiano Popolare nasce dalla volontà del ‘Comitato con Francesco’ e di numerose Associazioni sparse sul territorio nazionale accomunate dai valori cristiani e dalla figura di Papa Francesco”.

Anche questo si chiama POPULISMO e certamente al Papa non piacerà, come non piacque a don Sturzo il nome di DEMOCRAZIA CRISTIANA, temendo che molti cristiani troppo “sensibili” avrebbero potuto perdere la fede nel vedere i comportamenti per nulla cristiani di chi si fosse SERVITO del potere per fini di interesse personale più che SERVIRE l’interesse di tutti. E ciò è avvenuto in molti casi, soprattutto al vertice della Dc, mentre alla base in tanti hanno servito bene.

La strategia spirituale di don Sturzo fu quella di cristianizzare e quindi moralizzare il mondo della politica e dell’economia, ma senza chiedere alcuna “sponsorizzazione” al Papa nel pieno rispetto di una autonomia responsabile sia del potere politico che del potere spirituale. Di qui la necessaria indipendenza di Chiesa e Stato, e la giusta formazione di un partito aconfessionale, ma di ispirazione cristiana. In definitiva il PPI ha voluto essere un partito di cattolici e non dei cattolici, perché aperto a tutti, credenti e non credenti.


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