L’ascesa di Donald Trump nelle primarie del suo partito (ascesa che nessun osservatore aveva, inconcepibilmente, previsto), ha proiettato nel dibattito italiano l’accostamento tra il magnate newyorkese e Silvio Berlusconi.
Senza dubbio suggestivo e, per certi versi, auto-consolatorio, il paragone si limita tuttavia alla provenienza sociale-professionale dei due personaggi (il mondo dell’imprenditoria) ed alla loro vocazione populistica, per poi esaurirsi ed arrestarsi.