Consacrata come la dimostrazione e il palesamento di un razzismo subdolo ed inconscio, la formula “no sono razzista, ma” risponde, in realtà e molto spesso, all’esigenza di sottrarsi ad una forzatura concettuale e ideologica che impone un pensiero uniformante e idealizzante l’immigrato o lo straniero, al di fuori del quale si è accusati di pregiudizio xenofobo.