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Perché fai cosi? Voglio solo che tu sia felice!

Creato il 25 marzo 2014 da Assugoodnews @assunta73

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Alzi la mano chi non si è trovato mai una volta nella situazione paradossale di voler aiutare una persona cara e non riuscire a farsi capire. Ne vedo tante! A voi che non l’avete alzata aggiungo: quelle situazioni in cui dite “perché non mi capisci? Vorrei solo che tu fossi felice“. Ok, ora ne vedo ancora di più.

A me in questo ultimo periodo è capitato spesso. Confesso che mi sono anche irrigidita molto in diverse situazioni. Mi sembrava assurdo che le mie parole piene di amore, consigli e buone idee che con me hanno funzionato non venissero comprese. Sapete cosa ho fatto? Mi sono fermata a guardare dall’esterno.

Si, ho proprio visualizzato il mio corpo che usciva dalla scena e assisteva alla conversazione. Sapete cosa ho visto? La mia vecchia me che commentava: “si la fai facile tu. Per me non può funzionare. Io sono sfigata, non riesco, non sono abbastanza determinata, non ho le carte giuste” e cosi via. E allora, solo allora, ho capito tante cose.

Ho capito, tanto per cominciare, che non basta avere tutti i buoni propositi del caso per aiutare una persona a vedere le cose da un altro punto di vista. Serve molto di più. Serve che questa persona sia pronta, sia aperta, sia disposta a voler cambiare. E questo è il primo passo fondamentale per dare una svolta alla propria vita.

Lo è stato anche per me, poco più di un anno fa. Non è stata cosa semplice e per questo non posso pretendere che chi non si è mai avvicinato a questo percorso capisca al volo cosa voglio dire. Mettersi in discussione totalmente significa liberarsi dagli alibi che ci creiamo, dai pregiudizi con cui cresciamo e dalle credenze che ci vengono “imposte” dall’educazione di qualsiasi natura. Capite bene la difficoltà del caso.

E lo so che ci sembra di avere in mano la verità che può cambiare la vita a ogni persona del pianeta, ma non è cercando di imporla che si ottiene il risultato. La mia me, là fuori dal quadro della discussione, ha capito che per prima cosa bisogna ascoltare. Anche se sono cose già sentite, anche se ci si ricorda di averle dette per una vita. Ascoltare è il minimo che si possa fare per una persona che amiamo.

Il passo successivo è comprendere. Mettersi nei panni della persona che si ha di fronte. Cercare di immedesimarsi nel suo pensiero e ricordare come ci si sentiva. Solo allora si comprende la difficoltà di comprensione. Quindi, per fare in modo che la situazione si sblocchi, non resta che aprirsi totalmente a questa persona, infondergli energia positiva con il pensiero e abbattere i nostri stessi pregiudizi del tipo “non capirà mai”. Fatto questo, raccontiamogli la nostra esperienza cercando di trasferire il concetto del “ti capisco perché ci sono passata anche io” piuttosto che “devi fare cosi e vedrai che starai meglio”.

L’esperienza altrui insegna molto più della dottrina. (Click to Tweet!)

Inutile calcare la mano. Diamo qualche spunto di riflessione e poi lasciamo sedimentare la conversazione. Ho visto persone a me care chiamarmi dopo qualche giorno e dirmi “sai, pensavo a quello che mi hai detto” oppure “ieri mi sono trovata a fare una cosa che mai avrei pensato di fare, e mi sei venuta in mente. Credo tu mi abbia influenzata”. Ecco. Questo è il primo grande risultato. Dimostra l’apertura. Ovviamente da li i passi da fare sono ancora molti, ma

è un inizio e, in quanto tale, non va mai sottovalutato. (Click to Tweet!)

Vi troverete a condurre telefonate fantastiche in cui vi si chiede “come dovrei comportarmi secondo te?” o vi si racconta piccoli grandi successi.

Amo queste lezioni di vita. Mi fanno sentire forte e soprattutto mi rendono felice.

Si, sono felice di aver dato amore.( Click to Tweet!)

Seguite il tag cambiamento. Troverete altri spunti interessanti cosi come nell’e-book gratuito Riflessioni sulla Felicità.



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