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Perche' fare la colazione a casa e' meglio che al bar

Da Mammapiky @mammapiky
PERCHE' FARE LA COLAZIONE A CASA E' MEGLIO CHE AL BARQualche giorno fa, andando al lavoro, ho deciso di regalarmi una colazione al bar. Non succede praticamente mai e tra un caffè e un cornetto, mannaggia a me che mi sono fermata. Al bancone si parlava di bambini, di tosse e di tutti i malanni che raccattano durante l'inverno soprattutto se sono ancora piccoli e vanno all'asilo. Un paio di mamme si arrovellavano sui soliti dubbi e, da quel che ho sentito, i punti in comune sono sempre gli stessi. L'aerosol diventa un pezzo di arredamento, noi mettiamo la muffa dentro l'ambulatorio del pediatra, ne usciamo quasi sempre con un flacone di antibiotico in mano e paghiamo rette oro per tre giorni al mese di asilo, senza contare il delirio per riorganizzare le giornate sulla modalità "emergenza" e i sensi di colpa e le preoccupazioni se comunque, e ovviamente, dobbiamo andare al lavoro. C'era “sconsolazione” in giro e direi pure con delle buone ragioni, ci mancava solo il "professorone in pediatria” che davanti al suo cappuccino senza schiuma (che fa tanta tristezza perché che cappuccino è?) proferisce tale verbo: " Vi sta bene! Voi mamme ve la cercate, i bambini devono stare a casa e con voi fino ai 6 anni!" Si alza un brusio generale, occhi smarriti e perplessi, una mamma farfuglia qualche scusa, io mi volto e lo guardo con un mix di pena e paura, perché di incontrare un "folle" di prima mattina non ne sentivo di certo la mancanza. Orgoglioso del successo riscontrato e del fatto che in quei pochi metri quadri di bar, il mondo si fosse fermato ad ascoltare lui, il grande saggio ha così continuato: "l'asilo non è una tappa dell'istruzione quindi non è fondamentale, il distacco repentino dalla madre può creare grossi dei traumi che si percuoteranno nella sua vita da adulto". Lì per li credo di aver pensato "Abbattiamolo" poi dentro di me è attecchito il seme dell'ironia e mi sono sintonizzata sulla frequenza ascolto. Vi riporto il succo, perché le cacchiate erano tante e per la metà pure scandalose, comunque "il ruolo ancestrale della donna è quello di mamma, la mamma è colei che fa i figli, colei che fa i figli se ne deve occupare, per occuparsene deve abbandonare qualsiasi altro ruolo, se non lo fa è come se li avesse abbandonati, se li ha abbandonati non è una vera mamma.". Si scatena l’inferno, tra mamme che giustamente non ci stanno, altre che gli danno ragione ma “come si fa con uno stipendio solo in casa?”, e altre ancora che “queste giovani di oggi vogliono fare le donne moderne”. Lui ghignava soddisfatto e annuiva il capo come per dire “io si che so come gira la vita”. In tutto quel fracasso io ho sbirciato l’orologio e anche se non ero in ritardo, ho raccattato le mie cose, pagato il conto e sono uscita. Di quel che ho sentito non me n’è fregato granché, sono stupidate, affermazioni scellerate di un folle, scialbe come il cappuccino che stava bevendo. Che l’asilo non sia una fase dell’istruzione è da brividi, che una mamma che lavora non è una vera mamma ancor di più, frasi che non valgono nemmeno il tempo che ci avete messo per leggerle ma che vi ho voluto raccontare e se qualcuna si stesse caso mai chiedendo chi è costui, ve l’ho detto sopra: è un pediatra. 
Si ringrazia di cuore Gab per aver fornito inconsapevolmente l'immagine per questo post! 

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