Perché ho votato Rudy Bandiera!

Da Iwebdesigner @Iwebdesigner_it

La cosa brutta di Rudy Bandiera sapete quale è? La stessa cosa di quella bella, semplice, siete confusi? Ma no dai, non dovete essere confusi ora ve lo spiego: semplicemente i due lati, quello positivo e quello negativo coincidono.

Ora vi starete chiedendo e sicuramente se lo sta chiedendo anche lui “ma che cavolo stai dicendo?” o meglio “ma chi cavolo sei?”. Precisazione non sono un emerito nessuno, se non una persona che scrive su un blog, vi sto semplicemente raccontando una mia impressione, questo è il mio punto di vista; badate bene io, Rudy, non lo frequento e non lo conosco approfonditamente, l’ho visto la prima volta quest’anno al Social Media Marketing Day di Milano e ho scambiato con lui 2 chiacchiere.

Perché allora mi permetto di scrivere qualcosa su tale persona o addirittura di pensare di poter spiegare a voi, fra cui sicuramente c’è chi lo conosce molto, ma molto meglio di me, quale siano le sue peculiarità e caratteristiche. Semplicemente perché ognuno di noi si fa una impressione istantanea di una persona non appena la incontra dal vero e non “vivendola” nel digitale.

Nel digitale più o meno teniamo tutti un comportamento molto soft, a tratti pieno di convenevoli, di battute, di educazione, di malcelato o ben celato professionismo, abbiamo una maschera, su questo concetto poi torneremo magari, la maschera del nostro “io digitale“; ora nonostante tutti i più eminenti blogger e sociologi sostengano che anche in rete ci si deve presentare e rappresentare come si è anche nella vita in 3d, sappiate bene che questo non spesso accade.

E’ facile dietro lo schermo fare i simpaticoni e magari acchiappare qualche like in più, rispondere cortesemente, essere professionali, però poi c’è la vita reale, la vita fatta da incontri e strette di mano; ora certo Rudy non è Rihanna (peccato), ma certo non è uno sconosciuto, almeno nel suo ambiente, dunque era plausibile pensare o supporre, per chi non lo conosce bene, che potesse essere diciamo… non facilmente raggiungibile.

Invece il suo lato positivo  é proprio quello di essere  disponibile e cordiale come l’ho trovato in rete, di essere quasi “no filter” (che sia questo il suo lato negativo?) senza un controllo preimpostato o una predisposizione ad un atteggiamento costruito.

Chiaramente c’è chi lo stima e c’è chi lo critica, il caso di #UnaMacchinaPerRudy per @SmartItalia è stato abbastanza cristallino in questo; credo che sia stato il momento più alto della sua notorietà, il momento in cui i thread dei social in Italia lo hanno premiato e hanno fatto puntare su di lui le attenzioni e anche le critiche di molti.

Ma perché criticarlo? Sia che sia stata una abile mossa commerciale, sia che sia nato per gioco, sia che glielo abbiano suggerito, è stato semplicemente un tocco di maestria. Un semplice tocco di maestria. “Estote parati” è un motto a me caro, purtroppo non solo a me: “Sii sempre pronto”  è sinonimo di arguzia e intelligenza, essere pronti significa saper reagire velocemente agli accadimenti che ci circondano e sfruttarli a nostro vantaggio.

Joe Hallenbeck diceva “Noi boyscout abbiamo una filosofia semplice: il cielo è azzurro, l’acqua è bagnata e i predatori sono sempre in agguato e sempre più forti… Il nostro motto è “sii sempre pronto”. 

Io trovo Rudy prontosemplice nel suo modo, semplice nei comportamenti, pronto nel suo stare al gioco dei riflettori, se lo fa per dimestichezza o per naturalezza, non lo posso sapere, ma è per queste sue caratteristiche che l’ho votato come “Miglior Personaggio” per i MIA 2014, ma non solo.

Se volete capire, perché non lo sapete, cosa sia il “Macchianera Italian Awards” potete andare qua  per farvi una idea, il concetto fondamentale è che questo signore di nome Bandiera salito alle cronache fra spritz, smart, blog e credo tanta gavetta e facendosi un culo tanto,  concorre con personaggi del calibro di Papa Francesco, il premier Matteo Renzi a cui è caro il motto estote parati,  Beppe Grillo, Fiorello, Pif e altri esimi colleghi che sicuramente bravi, sicuramente professionali, sicuramente meritevoli, probabilmente hanno un impatto mediatico lievemente superiore a quello del buon Rudy.


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