Sono sempre di più quelli che lasciano. Ho visto blogger secolari chiudere i battenti senza fornire apparentemente buone motivazioni. Questo stesso blog ha passato lunghi periodi di profondo letargo.
Il motivo è sulla bocca di tutti, ma pochi lo ammettono. Le regole di mantenimento di un blog di alto rango sono senz’altro una rottura immane! La maggior parte dei blogger sono convinti che per mantenere un alto rendimento di qualità e visitatori bisogna far si che il blog resti qualcosa di totalmente oggettivo, che riporti e condivida con i lettori solamente articoli attinenti ad un unico argomento solitamente trattato in modo professionale.
E che piacere si può provare a dover scrivere in un blog come se fosse un vero e proprio lavoro senza retribuzione?
Questa è una visione malatissima di blogging. Il blog è nato come condivisione dei propri pensieri, delle proprie idee, attinenti a qualsiasi campo di argomentazione. Se il visitatore cerca qualche lettura di tipo professionale può benissimo andare dal giornalaio a comprarsi qualche rivista specializzata!
Ma il decesso dei blog è anche legata alla nostra velocissima evoluzione nel campo informativo, dove oramai si prediligie la microinformazione che favorisce la quantità sulla qualità.
Questo alla gente basta, ormai si preferisce leggere una notizia di 120 caratteri su Twitter con la presunzione di sapere già tutto.
Ecco spiegato come i blog perdono sempre più terreno lasciando spazio a servizi come Twitter, Tumblr che risultano essere più veloci ed estremamente efficenti nell’aggregazione della propria microvita 2.0.
Mi scuso per non aver citato Facebook ma credo che esso sia il vero e proprio esempio della disinformazione!