Perchè i disoccupati amano la neve

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

In questi giorni ha nevicato, un pò dappertutto, ma soprattutto nella grande città. La MIA grande città.

(no, non Londra!)

Da brava bambina che non sono altro, ma anche da brava disoccupata, ho accolto la neve con gioia fanciullesca, e ho passato i miei interminabili minuti a spiare la finestra con un sorriso soddisfatto, e a canticchiare allegramente”let it snow, let it snow let it snow”, anche se il Natale è ormai passato da mesi.

Poi, sono stata fulminata da un pensiero: anche gli altri disoccupati amano la neve, devono amarla per forza! Anche a loro la neve deve mettere di buonumore come me… e ora vi spiego perchè:

1. con la neve tutto diventa più difficile, ma il disoccupato rifiorisce, come un croco nel deserto, come una tenia a cui viene finalmente dato da mangiare: il disoccupato si crogiola negli unici giorni in cui, finalmente, si sente un pò più fortunato degli altri proprio perche NON HA nessun posto dove recarsi per forza! (Alias = lavoro)

Una volta tanto, il disoccupato può poltrire a letto, alzarsi con calma, e uscire solo a scopi ludici, ovvero per fare una passeggiata godendosi la neve, senza smadonnare perchè è di fretta e tutto è rallentato.

Tanto lui, non deve essere da nessuna parte, nessuno lo aspetta, nessuno si incazzerà dandogli del poltrone se non arriverà mai a quell’appuntamento. Non dovrà chiamare nessuno per dire “Sono bloccato nel traffico” o “ho beccato un fosso e non ne esco più”.

A meno che, ovviamente, non sia talmente sfigato da avere un colloquio proprio quel giorno.. ma sappiamo benissimo cche è un evento che accade si e no ogni 50 anni, perciò, il disoccupato medio è sereno.

2. con la neve tutto diventa più divertente: la città si copre di una coltre bianca che fa anche uno “strano rumore” e, se si mette ad ascoltare bene, soprattutto la notte, al disoccupato in vena poetica sembra quasi che il mondo possa essere un posto migliore. Quasi. Per due nanosecondi netti.

Ma gli basta.

3. con la neve, i lavoratori e gli occupati diventano idrofobi. Si scambiano la carogna sulla spalla col disoccupato,m e provano a portarsela un pò addosso: quella rabbia atavica perchè niente va per il verso giusto (poveriiiini…. per uno o due giorni l’anno eh?).

Laddove il disoccupato si rasserena, e prende un ritmo quasi vacanziero, il lavoratore si incarognisce: lui al punto 1 deve sottostare. Si deve alzare, e fa freddo, deve fare colazione in fretta e poi uscire a spalare la neve, sotto la neve, per liberare il vialetto, lasciare la macchina accesa quel tre quarti d’ora buoni per scaldarla e togliere il ghiaccio, poi armarsi di coraggio e partire. Per non sapere mai quando arrivare.

Code e ritardi infiniti, nervi a fior di pelle, clacson incandescenti e tutto per due fiocchi di neve che gli rendono la vita “impossibile”, e impossibile giungere in orario e riposato in “quel posto” dove deve arrivare per forza.

E in tutto questo il disoccupato che fa? Se la sghignazza, ovviamente. E alla grande anche!

Spia gli status incazzosi su facebook e twitter, e i più bastardi replicano anche con qualche foto da sotto al piumino, o instagrammano sontuose colazioni a base di cioccolata calda e marshmallows che neanche in baita a Courma.

4. ebbene si, ecco la grande verità: il disoccupato ama la neve perchè, così come accadeva nei tempi antichi al carnevale, dove con una maschera e per qualche ora il mondo si rovesciava e il servo diventava padrone e il padrone servo, con la neve il mondo si rovescia e la vita di difficoltà insormontabili (o quasi) tocca ai “Fortunati” che hanno un lavoro e, per una volta, invece lascia in pace i poveracci.

L’equanimità della neve, che tutti livella, è quello che piace di più al disoccupato.

ps. non me ne vogliano gli amici lavoratori che in questi giorni ho visto smadonnare… noi disoccupati si sa, abbiamo ben poche cose di cui sorridere e cerchiamo di trovare il lato ironico in tutte le cose. Soprattutto se, per una volta, i guai e le difficoltà toccano agli altri.


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