Cacciatori dalla vista acuta ma lenti, tipi poco socievoli e persino incestuosi. È l’ultimo ritratto dei Neanderthal, nostri predecessori lungo la scala evolutiva, estinti svariate migliaia di anni fa. Su questi ominidi molto somiglianti a noi, con i quali ancora non sappiamo con certezza se e quanto siamo imparentati, spuntano dettagli curiosi che possono gettare più luce sulla loro scomparsa.

ECCO COME POTEVA APPARIRE UN UOMO DI NEANDERTHAL
Uno, ad esempio, riguarda le loro abitudini sessuali ed è stato ipotizzato in virtù di prove oggettive. I ricercatori cinesi, infatti, nella zona di Nihewan hanno recuperato ben 22 crani di Homo Neanderthalensis con una medesima e rara anomalia, ovvero la presenza di un foro nella parte superiore della scatola cranica. Una simile tara ereditaria, all’interno di un ristretto gruppo di individui, è spiegabile solo con accoppiamenti tra consanguinei. Insomma, rapporti incestuosi che a lungo andare possono aver accentuato anche altri problemi fisici favorendo il declino della specie.
Un altro punto debole degli ominidi che hanno preceduto l’Homo Sapiens è legato poi alla vista. Avevano orbite oculari più ampie e quindi, si suppone, occhi più sviluppati. Perfetti per guardare nelle fitte nebbie del nord Europa. Ma in questo modo il loro cervello- grande più o meno come il nostro- era troppo focalizzato su questo senso a discapito delle altre percezioni e delle altre aree cerebrali.
UN CRANIO UMANO A CONFRONTO CON UNO DELL'OMINIDE ESTINTO



