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Perché iCar Potrebbe Non Arrivare Mai

Creato il 19 febbraio 2015 da Beiphone

Un interessante approfondimento di Paul Horrell, una delle colonne portanti della rivista automobilistica Top Gear (Regno Unito), fa riflettere sul possibile declino della stella nascente “iCar”. Di seguito troverete i punti salienti dell’articolo.

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Paul Horrell è un affermato giornalista, una delle figure più importanti di Top Gear, una rivista che si occupa del mondo dei motori. Non stupisce dunque che abbia voluto dire la sua sul caso “Titan/iCar”, che tanto ha fatto parlare il Web nel corso dell’ultima settimana. E, se da un lato Paul Horrell desidererebbe con tutto se stesso l’arrivo di una Apple Car, ci sono diversi motivi che gli fanno credere che Titan potrebbe non arrivare mai. Analizziamoli insieme.

Cars are getting increasingly complex and user-hostile. Many of them are ugly, or shonkily assembled from cheapskate bits. Lots of people would throw their cash at an iAlternative, something delightfully designed, obsessively well-made and marvellously easy to use.

Conosciamo tutti l’ossessione di Apple per i prodotti ben fatti e curati fin nel minimo dettaglio. La Casa di Cupertino ama applicare un design originale e curato ai suoi prodotti, e ama fornire il massimo ai suoi più affezionati utenti; e non credo sia necessaria più di una semplice occhiata al MacBook Air per capire ciò di cui sto parlando.
Secondo Paul Horrell, l’industria delle auto starebbe praticamente per toccare il fondo in termini di automobili User-Friendly e dal design semplice ma d’impatto: molte sono complesse, molte altre sono semplicemente “brutte”. Non sarebbero pochi gli utenti che deciderebbero di affidarsi a una “iAlternative” pur di avere qualcosa di nuovo, “dal design delizioso, ossessivamente ben fatta e meravigliosamente facile da usare”.

(…) almost without exception the entertainment interfaces and connectivity setups in today’s cars absolutely (to use a Jobs word) suck.

E la teoria di Horrell vale anche per quanto riguarda le interfacce utente: molti touch-screen e molte App sono assolutamente orribili nelle automobili più “evolute”, e Apple porterebbe una bella ventata di aria fresca anche nel campo del rapporto stesso che l’auto intrattiene con l’utente. In altre parole, sarebbe una bella evoluzione nel mondo delle auto… Se Apple non fosse così mostruosamente “tendente all’indipendenza”. Ed è proprio a questo punto che Horrell inizia ad analizzare la situazione con un occhio ancor più critico:

[Apple] has always hated its designs getting adulterated with others. (…) Apple would doubt want to control large tracts of the related businesses around its car – the ecosystem of service and integrated mobility and energy (Petrol? Electricity? Hydrogen? Who knows?). That’s the sort of end-to-end user experience on which the company was built.

Apple odia che le sue idee vengano “scopiazzate” da altri: i Mac e gli Smartphone hanno i loro Sistemi Operativi personalizzati e realizzati dalla compagnia stessa, l’integrazione tra i vari dispositivi avviene tramite iCloud e tutti i prodotti Apple vengono venduti tramite iTunes, AppStore o Apple Store specializzati esclusivamente nella vendita dei prodotti della Mela Morsicata. Apple è tendenzialmente indipendente, ama esserlo e ama sviluppare un rapporto coi suoi utenti che non abbia alcun tipo di influenza esterna (plausibilmente il motivo per cui non amerebbe legalizzare il Jailbreak). È difficile immaginare uno scenario in cui Apple non possa, materialmente, avere il controllo di ogni singola parte del suo prodotto; e le auto, come sappiamo, hanno fin troppi aspetti che altre compagnie potrebbero voler copiare o controllare.
Posto quell’aspetto, ci sono poi molte altre difficoltà che si metterebbero tra Apple e la realizzazione della tanto attesa iCar.

(…) £118bn will easily get you a car, and a mass-volume factory to build it. In fact I’d say ‘just’ £10-15bn would probably do it. Yes, £15bn is a colossal hurdle for anyone else, but not for those guys.

Non è un segreto che Apple abbia fatturato 118 miliardi di sterline alla chiusura dell’anno fiscale, e Paul Horrell afferma tranquillamente e apertamente che con “soli” 15 miliardi di sterline Apple sarebbe perfettamente in grado di fare un’auto. Buona parte dell’investimento starebbe nella manifattura e nella vera e propria realizzazione delle parti (costruzione di una fabbrica compresa nel prezzo), ma Apple non verrebbe scossa troppo dall’investimento di una cifra del genere. Nessun problema relativo al profitto, dunque… Se Apple decidesse di realizzare un’auto “normale”.
Ma, come dice lo stesso Paul Horrell, sappiamo tutti che Apple non è nata per la “normalità”. Apple è nata per innovare, per proporre qualcosa di diverso, per seguire il motto “Think Different” di Steve Jobs, “Apple likes to be disruptive”. La Casa di Cupertino non sarebbe convenzionale, non rientrerebbe nei canoni dell’auto comune (le voci che vogliono la iCar con un pilota automatico sono già abbastanza esplicative del fenomeno), e si lancerebbe in un’impresa sperimentale senza precedenti. Certo, l’azienda non avrebbe difficoltà a trovare fornitori per le parti della sua auto… Ma un’affermazione del genere è vera fino a un certo punto.

(…) And in the car business, disruptive means risky. Disruptive cars tend – whether done by new entrants or even experienced companies – to be late and over-budget and lagging in quality.

Innovare è sempre stato rischioso. Nel mercato delle auto, tuttavia, il rischio si decuplica: la concorrenza è spietata, i prezzi sono estremamente alti e la “User Experience” non è esattamente facilissima da raggiungere. Lo scopo di Apple sarebbe “entrare nelle vite degli utenti”, renderle ancora migliori con i servizi offerti dall’azienda anche nel campo delle auto… E la Casa di Cupertino non potrebbe mai amare tutta la concorrenza che troverebbe nel mercato, specie se si considera che sarà costretta a scontrarsi con la “Lobby delle Auto”, definita dallo stesso Horrell nell’articolo su Top Gear.

In breve, Apple ama dominare i mercati in cui entra, e l’impresa non sarebbe assolutamente facile nel campo delle auto. Il fatto che abbia reclutato diversi ingegneri ed esperti nel campo delle auto – aggiunge Paul Horrell – non vuol dire che l’azienda non possa abbandonare l’idea in un secondo momento. Lo ha fatto tante volte in passato, e nulla esclude che questa volta possa essere diverso.

Basti pensare ai progetti di Tesla Motors, l’azienda che produce auto elettriche: i suoi scopi rientravano sostanzialmente nel crollo dell’industria del Petrolio, nel cercare di sostenere un’energia alternativa che troncasse la dipendenza dell’uomo dal cosiddetto “Oro Nero”… Una missione altruista, insomma.
Ma in quanti, ormai, credono che Apple sia fatta per le missioni altruiste?

Se voleste dare un’occhiata all’articolo completo di Paul Horrell, lo troverete proprio qui sotto:

Why Apple won’t build that electric car.

Fonte: TopGear


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