Può una bevanda vegetale andare a sostituire l’allattamento materno nel primo periodo di vita del bambino? Sono numerose le teorie scientifiche che affrontano l’argomento proponendo tesi, più o meno condivisibili, a supporto delle posizioni di esperti a favore o contro.
Secondo i ricercatori dell’Università di Valencia, però, la decisione di preferire il latte di mandorla al latte materno può comportare dei rischi seri di salute per il neonato. Le affermazioni dei ricercatori spagnoli portano ai riflettori l’esperienza di un bambino di soli 2 mesi nutrito su consiglio del medico con latte di mandorla e che ha sviluppato, nel tempo, fratture alle ossa, livelli anomali di vitamina D e zinco, e i tipici sintomi dello scorbuto, malattia conseguente alla carenza di vitamina C.
La ricerca, ripresa sulle pagine della rivista scientifica Pediatrics, ha approfondito i sintomi evidenziati dal piccolo durante la sua crescita, sintomi come stanchezza, irritabilità, dolore alle ossa e muscolari, impossibilità di movimento e, le radiografie e le analisi condotte successivamente, hanno confermato una diagnosi di scorbuto.
All’età di 11 mesi il bimbo è stato sottoposto ad un cambio radicale della dieta prevedendo un maggior apporto quotidiano di vitamina C e D. Dopo soli 3 mesi di cure i valori del neonato sono rientrati nella norma e il bambino ha ripreso la sua crescita in maniera del tutto regolare. Da questo studio derivano le osservazioni dei ricercatori spagnoli secondo i quali: «Pediatri e genitori devono essere consapevoli che le bevande a base di vegetali non sono un alimento completo e non possono sostituire l’allattamento al seno o il latte artificiale», in special modo nel prima anno di vita del piccolo.