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Perché l'Italia è in crisi?

Creato il 03 novembre 2013 da Nineteeneightyfour
Lasciando perdere per un attimo il perché della crisi globale, domanda a cui rispondo anche se non in maniera esauriente in questo articolo, che è dovuta a problemi insiti nel sistema capitalista, a sue criticità irrisolvibili, mi voglio soffermare sul perché l'Italia è uno dei paesi più colpiti dalla crisi sistemica che stiamo vivendo in questi anni. 
Perché l'Italia è in crisi?
Sette i punti fondamentali:
1)La massiccia presenza di piccole e medie imprese[1]
Perché l'Italia è in crisi?
Il tessuto economico italiano vede una massiccia presenza delle microimprese ed una bassa presenza di grandi imprese, soprattutto se questi dati si confrontano con altri paesi, come Francia e Germania. Questo è un fattore limitante per la tenuta dell'economia italiana nei confronti della crisi per varie ragioni:
a)Per sua stessa natura la grande impresa può sopportare maggiormente una crisi rispetto ad una piccola, media o micro impresa. Prendo per esempio, il caso dei pagamenti non ricevuti dalle aziende private per lavori commissionati da enti pubblici. Una piccola azienda trova difficoltà insormontabili per questa situazione, arrivando in alcuni casi persino al fallimento, mentre le grandi aziende possono sopportarla senza dover fare epocali cambiamenti strutturali(fallimento, tagli al personale, ecc...).
b)La piccola impresa difficilmente si occupa di Ricerca&Sviluppo, mentre una grande azienda, solitamente, ha un reparto apposito. La R&S è fondamentale per la crescita dell'azienda, perché accresce la produttività del lavoro, apre nuovi mercati, crea nuovi prodotti. Un azienda statica, che non crea nuovi prodotti o non migliora la propria produttività o non si crea nuovi mercati, è destinata al fallimento.
c)Solitamente le microimprese e le PMI hanno difficoltà a rapportarsi con l'economia globale, per una mancanza di prospettive, di capitali e di forza lavoro. Se poi la maggior parte delle imprese(di qualsiasi taglia) in Italia vede alla globalizzazione solo come un'opportunità di internazionalizzare la produzione, spostando i centri produttivi(cioè i posti di lavoro) all'estero, il quadro che si delinea è anche peggiore.
d)La Grande Impresa ha un potere contrattuale, con i fornitori e per l'accesso al credito, molto più forte rispetto alle micro-piccole-medie imprese.
2)Bassa produttività del lavoro rispetto al suo costo
Uno dei principali motivi per cui l'Italia in precedenza attirava capitali dall'estero era il basso costo del lavoro. Nonostante la bassa produttività del lavoro in Italia, il suo basso costo lo rendeva conveniente. Un po come accade in questo momento a paesi come Romania e Cina. Ma l'aumento del benessere e dei salari, non sostenuto da una crescita della produttività, ha fatto venir meno questa convenienza. I motivi di questa mancata crescita della produttività sono: pochi investimenti nella Ricerca&Sviluppo, ritardo tecnologico, ritardo culturale rispetto ad altri paesi. Non considerando poi il fatto che l'aumento dei costi e quindi dei prezzi, non supportata da una proporzionale maggiore qualità dei prodotti, ha diminuito la convenienza delle vendita all'estero, diminuendo le esportazioni(non che i prodotti italiani non siano di qualità, semplicemente il loro prezzo spesso è considerato troppo alto rispetto a questa, soprattutto per la peculiarità dei prodotti stessi). [2]
3)Basso livello tecnologico
Il ritardo tecnologico dell'Italia è evidente a tutti. Basti solo pensare alla rete ferroviaria(e non si parla certo della T.A.V.) e dei trasporti in generale rispetto ad altri paesi Europei, o alla diffusione di Internet. Non solo questo scoraggia l'entrata di nuove imprese estere, ma spinge quelle del territorio ad emigrare in paesi dove tali servizi sono assicurati. Le imprese che invece rimangono vedono ridotta la loro competitività rispetto alle imprese estere, proprio per questo ritardo tecnologico.
4)Sistema politico non efficiente
L'assenza di un potere politico forte e capace, in grado di intervenire sui problemi dell'economia italiana, sicuramente ha inciso in questi anni sulla sua incapacità di rialzarsi dalla crisi. Il fatto che l'unico obiettivo di politica economica raggiunto negli ultimi trent'anni sia l'entrata nell'UE, la dice lunga sull'efficacia del sistema politico nell'affrontare e risolvere i problemi economici del Bel Paese.
5)Classe dirigente di età avanzata
L'imprenditoria italiana è di età avanzata, con il 93% degli imprenditori sopra i 30 anni.[3] E' evidente a tutti che una classe dirigente anziana non può rimanere a lungo al passo con i tempi, a meno di casi particolari, non avendo la forza per far fronte a tutte le novità, soprattutto in un mondo in piena evoluzione come il nostro. Soprattutto se non vivono in prima persona tale evoluzione.
6)Decrescita del ricambio generazionale
La diminuzione della natalità, l'allungamento dell'aspettativa di vita e  la diminuzione della natalità ha portato ad una serie di "problemi" per vari motivi:
a)Un anziano difficilmente è più produttivo di un giovane
b)L'aumento esponenziale dei pensionati rispetto ai nuovi lavoratori, ha portato ad un peso sempre più gravoso sullo Stato, dato da pensione ed assistenza sanitaria
c)Il secondo punto ha portato ad un aumento dell'età pensionabile, tagliando fuori le generazioni più giovani da una parte dei posti di lavoro che queste avrebbero potuto occupare
7)Sistema clientelare ed alta tassazione
Il sistema clientelare, che è una delle caratteristiche dell'Italia, insieme alla forte corruzione, ha portato ad una lievitazione dei costi per la comunità e per le istituzioni, spingendole ad aumentare la tassazione verso le imprese per far fronte alla crescita del Debito Pubblico, limitando l'azione governativa sull'economia, mantenendo il costo del lavoro alto, "assottigliando" i profitti, e spingendo i capitali fuori dal territorio nazionale.
Conclusioni
I problemi sostanzialmente sono dovuti ad errori del passato, ad una politica economica assente, ad una classe imprenditoriale chiusa, provinciale e con poche prospettive, ad uno scarso sviluppo tecnologico del paese. Un ritardo che l'Italia sta pagando con tagli alla spesa pubblica, diminuzione dei salari e del PIL pro capite. Insomma gli errori del capitalismo italiano provinciale e "straccione" vengono pagati nella maggior parte dalla classe lavoratrice, con lacrime e sangue.
Una soluzione che propongo? Certamente non è possibile riassumere tutto quello che deve essere fatto. Ma una prima opera che farei è quella di imporre una legislazione, per spingere le micro-piccole-medie imprese a fondersi tra loro, favorendo cosi la creazione di gruppi aziendali più ampi in grado di resistere maggiormente alla crisi e/o a problemi. Una legge semplice, che non mette al centro il lavoratore come vittima sacrificale. Ma si sa che è più facile licenziare o abbassare i costi, piuttosto che ragionare.
[1] Dati Unione Europea
[2] http://www.ires.it/files/presentazione_saltari_travaglini.pdf
[3] http://www.i-dome.com/articolo/17873-Imprenditori-italiani-Sempre-pi%C3%B9-anziani-.html
Matteo

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