di Giuseppe Turani. Ormai il 2014 sta per finire e allora conviene dare uno sguardo allo stato del mondo, che non sarebbe nemmeno male, se non ci fossero un pò troppe tensioni politiche e religiose in giro. E mi riferisco al Medio Oriente e alla questione Ucraina-Russia, dove forse è vero che nessuno vuole esagerare, ma intanto c’è una tensione continua. Ma, ammesso che tutte queste vicende non si traducano in conflitti capaci di destabilizzare il mondo, sembra che siamo davvero usciti, almeno a livello generale, dalla Grande Crisi che era cominciata nel 2008. Se infatti guardiamo i dati di Consensus (un’organizzazione che raccoglie moltissime previsione e che poi fa una specie di media), vediamo subito che il mondo, nel suo complesso, nel 2013 è cresciuto del 2,6%.
Quest’anno la crescita dovrebbe concludersi un pò più in alto: 2,7%. E l’anno prossimo, il 2015, dovrebbe esserci il sorpasso con una crescita del 3,1%. Non è un boom, ma si tratta comunque di una buonissima performance dell’economia del vecchio pianeta. Se però scendiamo dalla vette planetarie, alla realtà più vicina a noi le cose si complicano subito e diventano molto più modeste. L’eurozona, ad esempio, l’anno scorso è arretrata dello 0,4%, quest’anno non arriverà nemmeno a una crescita dell’1%, si fermerà infatti allo 0,8%. E l’anno prossimo, il 2015, arriverà, forse, all’1,1% (se non ci saranno incidenti di percorso). Il Nord America, ad esempio, si è comportato molto meglio: l’anno scorso e quest’anno è cresciuto del 2,2% e l’anno prossimo arriverà al 3%, che per un’economia avanzata è molto. Se poi scendiamo ancora, e arriviamo all’Italia, la situazione si fa ancora più pesante. Nel 2013, come è noto, siamo andati indietro di quasi il 2%. E siamo stati quelli che hanno avuto la performance peggiore. Insieme alla Spagna siamo gli unici fra i grandi paesi dell’eurozona che abbiamo perso colpi. Di nuovo un risultato negativo quest’anno (-0,3, e forse -0,5). Nel 2014 siamo l’unico fra i maggiori paesi dell’eurozona che mette insieme un risultato negativo. L’anno prossimo, forse, un’ombra di ripresa: con una crescita italiana prevista dai maggiori centri del mondo nella misura dello 0,5% (ma non mancano i centri che prevedono risultati più bassi o addirittura un altro arretramento). La Spagna, ad esempio, sfiorerà il 2% di crescita. In sostanza, riassumendo, possiamo dire che nel mondo c’è un buco nero, e si tratta dell’eurozona. Dentro questo buco nero, esiste un altro buco nero, e si tratta dell’Italia. Sul perché questo accada, è stato spiegato più volte: troppi debiti, troppa burocrazia, riforme non fatte, giustizia lenta e non sempre giusta, parlamento poco efficiente. Le competenze le avremmo, e abbiamo anche un buon numero di imprese, purtroppo il contesto generale non è fatto per stimolare le iniziative. E allora, invece di crescere, strisciamo sul fondo.