Le nazioni dell’ex-blocco sovietico sono passate da economie strettamente pianificate al libero mercato in tempi relativamente veloci, ma differenti da paese a paese.
La Bulgaria si è incamminata verso il capitalismo con un passo più spedito rispetto all’Albania o alla Macedonia, ma molto più lentamente di Polonia, Ungheria e Romania.
Questa trasformazione ha portato la Bulgaria ad offrire molti vantaggi alle società straniere che vogliono migliorare la propria presenza sul mercato globale stabilendosi in un paese che da uno sbocco per le esportazioni in tutta l’Unione Europea. Così è stato per Great Wall Motors, un costruttore di automobili cinese che ha insediato in Bulgaria la produzione di qualche migliaio di autoveicoli all’anno, che diventeranno 50.000 entro il 2018 e che verranno venduti su tutto il mercato europeo.
Ma cosa rende così interessante la Bulgaria per le aziende estere? È presto detto: forza lavoro istruita e bassi costi unitari. Un paradiso per esternalizzare il servizio clienti delle multinazionali. Non per niente aziende come IBM, Coca-Cola e Hewlett-Packard hanno stabilito i loro call center in Bulgaria. I lavoratori bulgari hanno dimostrato di avere competenze linguistiche difficilmente disponibili in altri paesi.
I lavoratori bulgari hanno dimostrato di avere competenze linguistiche difficilmente disponibili in altri paesiL’elenco delle aziende che hanno aperto impianti di produzione nel paese è lungo: Kraft, Nestlé, Carlsberg, Molson Coors, Solvay e Liebherr, solo per citarne alcune.
Nella classifica Cushman & Wakefield’s 2015 dei paesi più favorevoli per l’esternalizzazione di processi aziendali, la Bulgaria è salita al terzo posto dal quattordicesimo che occupava nel 2014.
Dulcis in fundo, il paese vanta un sistema fiscale assai attraente. Le imposte sui redditi sono del 10%, così come le imposte sulle società. Ma per le aziende che investono in aree depresse, dove il tasso di disoccupazione è superiore al 25%, non ci sono imposte da pagare. Molto meglio di quanto offrono paesi come la Romania o la Serbia, dove le imposte sono del 16% e del 15% rispettivamente. Inoltre, non esistono restrizioni per il rimpatrio dei profitti.
Naturalmente, esiste anche un rovescio della medaglia che mostra uno dei più gravi problemi della Bulgaria: la corruzione. Una vera e propria piaga che, fino ad oggi, la Bulgaria si è rifiutata di estirpare con misure efficaci ed aggressive, come ha fatto invece la Romania con la creazione di una Direzione Nazionale Anti Corruzione che ha lavorato con coraggio e decisione, perseguendo anche i politici corrotti.
A completamento dei lati negativi della Bulgaria si aggiunge un sistema giudiziario lento e inefficiente, circondato da un apparato burocratico antiquato, che è diventato il nido ideale della corruzione.
Una grossa palla al piede quella della corruzione, per un paese che potrebbe guadagnare ancora più simpatie da parte degli investitori esteri, molti dei qual ritengono comunque che, anche allo stato attuale delle cose, i lati positivi del paese siano comunque maggiori di quelli negativi.
METALLIRARI.COM
SOME RIGHTS RESERVED