Fare sport fa bene, ma non solo. Nel caso della Capoeira, infatti, posso considerare di aver addirittura cambiato la mia vita in moltissimi campi, amoroso, sociale, umano e spirituale, e non solo fisico. Sì, perché la Capoeira non è soltanto un’arte marziale, ma è anche una vera e propria filosofia di vita.
Originaria del Brasile, o meglio degli schiavi africani deportati in Brasile che si allenavano di nascosto dai padroni per poterli un giorno ribaltare, veniva camuffata come una danza grazie all’accompagnamento di musica e canzoni, il che faceva sembrare questa lotta più un gioco che altro.
Solo che la Capoeira è entrata a far parte della cultura brasiliana più di quanto non si potesse immaginare. Una volta finito il periodo dello schiavismo è diventata una via di salvezza per i bambini di strada, i Moleque, nonché una tradizione legata alle religioni pagane africane e brasiliane, con una forte filosofia di rispetto per le gerarchie e l’anzianità, per il maestro e l’allievo, per il dialogo e l’ascolto, e soprattutto per la storia da non dimenticare.
Negli anni è cresciuta ramificandosi in numerosi stili e scuole, partendo dalle due radici principali dell’Angola e del Regional, ed è arrivata fino a noi, per la precisione a Milano nei panni di Nadav, giovane maestro israeliano che ha imparato la Capoeira nel suo paese d’origine e ha viaggiato per tutto il mondo per approfondire questa meravigliosa arte e conoscere migliaia di persone e dormire su migliaia di divani e creare il gruppo che ora si chiama Italia Centro di Capoeira Cordao de Ouro.
Io ho avuto l’onore di essere stata una dei suoi primi allievi, e come il gruppo è cresciuto, così sono cresciuta anche io.
La mia esperienza con la Capoeira è raccontata in breve in questo post, perciò qui vi parlerò solo delle considerazioni fatte sul suo aspetto Green.
Ecco SEI delle tante ragioni per cui la mia Capoeira è Green:
- In uno dei primi eventi del nostro gruppo non avevamo soldi abbastanza per farci stampare un telone col logo del gruppo, e così ho recuperato un vecchio telo nero che faceva da sfondo per le mie fotografie, e ho dipinto il logo a spesa quasi zero.
- Anni dopo, con quello stesso telone, ho creato ben quattro borse da palestra che son piaciute tantissimo!
- Il Berimbau, strumento chiave della musica di Capoeira, è fatto con materiali naturali e di recupero, ovvero: un lungo ramo di Biriba, pianta nativa del Sud America, una zucca secca (Cabaça), un filo metallico di vecchi pneumatici, un sasso liscio, una bacchetta di legno. Per chi non ha a disposizione il legno di Biriba, si può improvvisare con un bambù.
- I semi di una di quelle zucche hanno dato vita a una quindicina di altre Cabaças, con cui il prossimo anno, quando saranno secche, potremo costruire lampade, bottiglie, soprammobili e ovviamente nuovi Berimbau per il gruppo.
- La Capoeira si gioca a piedi nudi, per terra, e quando ci si abbraccia per ringraziarsi del gioco fatto insieme, i palmi delle mani impolverati si rivolgono verso l’esterno, per non sporcare la schiena del proprio amico.
- Il couchsurfing per i capoeiristi è come l’acqua per i pesci: ogni volta che si viaggia per la Capoeira, si incontrano persone nuove, si dorme sui loro divani, si fa la colazione insieme e si fa tardi, e al prossimo incontro potreste essere voi quelli che offriranno materassi e pavimenti per atleti stravolti dagli allenamenti e dalla festa finale.
Insomma, che altro dire? Nient’altro che Axé!!!!