perchè mi sembra di non avere più un luogo che non sia io da chiamare casa. e più c'è un po' di me ovunque, più mi è necessario radicarmi dentro, per non sentirmi lontano quando vicino non è possibile. essere io la mia casa è l'unico modo che ho per trovare un centro di gravità alla mia umoralità, alla mia necessità di esserci sempre, invasivamente, ovunque mi sia dato di esserci, ma mai troppo perchè mi si possa identificare con una consuetudine. perchè se poi devo tornare mi piace essere ancora lì e sentire di non essermene mai andata, ma se resto più di un'ora sentirò che sarà già tempo di andare via, con quel bagaglio sempre troppo grande e mai sufficientemente capiente.
e la mia casa nuova ha le porte. ha tantissime porte, per la verità.
e la mia valigia nuova, ha molti pois, ma si è già rotta. anche se solo un po'.
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