di Massimo Bray
22 febbraio 2013
Ho impostato tutta la mia campagna elettorale cercando di tenere alta l’insegna della Cultura. L’ho fatto non solo perché la mia vita professionale si è svolta tra istituzioni di formazione, di ricerca e nell’editoria alta (l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani), ma anche perché penso dal profondo che investire in questo settore significhi investire nelle qualità e nei talenti degli italiani.
L’Italia ha un patrimonio culturale senza pari. Un grande storico inglese, F.W. Maitland, scrisse che “quello che è oggi il passato è stato una volta il futuro”. I nostri antenati – che hanno fatto dell’Italia quello che le ultime generazioni, malgrado l’impegno dimostrato, non sono ancora riuscite a distruggere – furono in grado di concepire un futuro che, pur essendo divenuto ormai un passato, e vecchio di secoli, costituisce ancora la vera identità degli italiani.