Lo avevano detto e sta succedendo. I cambiamenti climatici e il sovrasfruttamento delle risorse idriche stanno mettendo a dura prova una parte degli Stati Uniti, in piena crisi idrica. Questa crisi non deriva dal caso e lo conferma l’allarme della comunità scientifica.
La California è una regione ad alta vocazione agricola, basti pensare che circa il 70% dei 25 prodotti agricoli più consumati negli States (fra frutta fresca, frutta secca e ortaggi) proviene da queste terre.
La crisi idrica che tuttora attanaglia la parte occidentale degli Stati Uniti è la conseguenza di uno dei periodi di siccità più lunghi da un secolo a questa parte. Un clima eccezionalmente mite, secco e stabile sin dalla fine del 2012, ha segnato l’inizio dell’emergenza: le precipitazioni sono state quasi pari a zero per così tanto tempo che gli accademici della Cornell University hanno parlato fatalisticamente di megasiccità.
Le megasiccità, caratteristiche per la durata più che per l’intensità, sono state nel passato dei periodi di siccità così lunghi (decine di anni) da causare veri e propri spostamenti delle popolazioni sedentarie. Quello che preoccupa gli esperti è la difficoltà nel prevedere l’arrivo di questi eventi “tanto dannosi quanto difficili da identificare prima che sia troppo tardi”.
Per la grande importanza che l’economia californiana ripone nel settore agricolo e, più ancora, per la vitale importanza che la stabilità dei prezzi alimentari ripongono nella stabilità del settore agricolo, quello che sta succedendo in California risulta essere un esempio di quello che potrebbe con non poche probabilità capitare in molte altre zone del Mondo.
L’UN Nation già nel 2006 spiegava che l’eccessivo sfruttamento di risorse idriche porterà nel 2025 circa 1800 milioni di persone a vivere in zone con scarsità d’acqua (Absolute water scarcity) ed oltre due terzi del mondo a vivere in condizioni di stress idrico.
Prima di continuare, facciamo un passo indietro. Prima del 1950 gran parte dei terreni coltivati erano dipendenti dall’acqua che precipitava naturalmente dal cielo; erano diffusi (in Italia come nel Mondo) pozzi di profondità molto esigua o pozzi di raccoltà dell’acqua piovana. Era perciò facile perdere interamente un raccolto o avere un rendimento molto basso dovuto alla insufficiente quantità di acqua a disposizione.
Con lo sviluppo dell’Ingegneria degli Acquiferi c’è stata una sorta di rivoluzione agricola. Prelevando acqua dalle falde sotterranee non solo si ha avuto a disposizione molta più acqua di quanta ne fosse necessaria per coltivare, si è anche sviluppata una forma di difesa contro i periodi di siccità e contro l’incertezza delle piogge: durante le secche si prelevava acqua dagli acquiferi e durante le piogge sono proprio l’acqua piovana e la neve a ricaricare gli acquiferi.
Questo ha incrementato di oltre 6 volte il rendimento delle terre coltivate e l’aumento delle terre irrigate ha rallentato l’espansione della deforestazione.
Tuttavia, anche l’acqua sotterranea (acqua dolce) non è infinita: dal 1950 al 2000 il consumo di acqua, grazie all’assenza di controlli, è quasi quintuplicato (ancora oggi sono pochissime le nazioni che sono in grado di quantificare quanta acqua è prelevata nei propri confini). Le ricerche oramai trentennali hanno confermato che il prezzo bassissimo dell’acqua ha portato gli agricoltori ad utilizzarne più del dovuto (groundwater overexploitation) e ad utilizzarla in prodotti ad alto impatto idrico (virtual water footprint). L’acqua che serviva per le emergenze è stata utilizzata per aumentare la produzione.
Ne consegue che tutte le falde acquifere sono scese (e scendono) sempre più in profondità, che aumentano le intrusioni delle acque salmastre nelle fonti di acqua dolce (rendendole scadenti o inutilizzabili), che l’acqua dolce che abbiamo a disposizione è sempre meno.
In tre parole: malattie, emigrazioni, conflitti.
Come in tutto il Mondo sviluppato, anche la California si affida all’estrazione incontrollata di acqua dalle falde ed infatti ha estratto così tanta acqua che l’abbassamento medio del livello di falda è ora pari a 6 metri.
Ora che quest’acqua è di vitale importanza per non perdere interi raccolti, nessuno organo centrale è in grado di gestire la distribuzione delle risorse né di capire se effettivamente ce n’è ancora abbastanza per affrontare quest’emergenza.
Al momento, mentre i prodotti colpiti dalla siccità subiscono aumenti di prezzo dal 5 al 10%, non resta che sperare in una stagione delle piogge che interrompa questa secca prima del 2015. Altrimenti l’effetto sarà molto più grande.
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