Perché le ultime settimane di gravidanza sono insopportabili – Parte Uno: i motivi generali

Da Romina @CodicediHodgkin

Mi ero effettivamente sempre chiesta il reale motivo dell’insofferenza delle donne rispetto alle ultime settimane di gravidanza. “Ma come” mi dicevo “il più è fatto, sei all’ottavo mese, com’è possibile che ora scalpiti? Manca così poco!”.

Ecco, ora ho capito tutto. Non è che i motivi manchino. Alcuni sono prettamente miei. Altri forse sono comuni più o meno a tutte. Penso che dedicherò due post diversi all’argomento perché i motivi sono davvero tanti e di natura completamente diversa. Fatto sta che fino a due settimane fa dicevo “sto così bene che potrei farmi altri due anni di gravidanza!”, mentre ora dico “speriamo che queste otto settimane passino in fretta perché mi son stufata!”.

Come si arriva a questo cambiamento? Perché? Ho una mia teoria per tutto.

Partiamo dai motivi oggettivi e probabilmente generali.

Tanto per cominciare, i due elementi che seguono non sono assolutamente compatibili, specialmente associati ad una pressione che di solito si aggira sul 54/85, un trasloco ed un’innata idiosincrasia nei confronti del caldo e dell’estate in generale:

Se per caso dovessi mai tentare la doppietta, state sicuri che le misure le prendo meglio, col cavolo che mi faccio il settimo mese a luglio, l’ottavo ad agosto e il nono a settembre.  Pro-futuro: gennaio è un bel mese per il concepimento perché fa freddo e ci si coccola volentieri, ottobre è il mese più bello dell’anno ed è l’ideale per partorire ma…tutto quello che sta nel mezzo è scomodo per la parte intermedia del procedimento.

Bevo qualcosa come 6 litri d’acqua al giorno e mi nutro di peschenoci e ghiaccioli. Tra parentesi, bevo tanto ma con risultati alterni. Non è che son più tanto capace. Ieri ho riempito una boccetta da mezzo litro di acqua fresca e dentro ho sciolto l’integratore per la vista. Sapendo che la polverina tende a sedimentarsi, ogni tanto la bottiglia va shekerata. Quello che non ho valutato è che sarebbe opportuno sincerarsi che la bottiglia sia sempre ben chiusa. Perché, so che non ci crederete, ma se poco poco per qualsiasi motivo non c’è il tappo, ci si può fare la doccia…

Questo succede ora, figuratevi che posso fare con in mano un biberon e una pupa dopo un tot di notti insonni. Ci sta che shekeri la Gnappa (provocando un rigurgito pari a quello della bottiglia ma puzzolente), o che metta le tette in ammollo nello sterilizzatore, o che non metta la tettarella al biberon e innaffi la bestiola. A mia discolpa, va detto che le ultime settimane di gravidanza hanno una conseguenza non da poco.

- Non si dorme più.  Dicono che in gravidanza il sonno si faccia più leggero perché è il modo in cui Madre Natura (che in realtà è un uomo, non c’è altra spiegazione) prepara quella povera disgraziata della mamma a svegliarsi al minimo rumore, a non aver troppi problemi a svegliarsi molte volte durante la notte. Dipendesse da me, nota morta di sonno, una che si è addormentata sotto la tac e sulla poltrona del dentista, quest’esigenza non l’avrei nemmeno perché grazie allo Psicovicino sono anni che mi sveglio ogni tre ore senza nemmeno l’alibi di essermela andata a cercare. A parte che si schiatta, ma non trovo una posizione nemmeno a pagarla. Hai voglia ad incastrare cuscini ovunque: per stare comoda con la panza, devo stare scomoda con le spalle e viceversa. Se sto scomoda con le spalle (che son larghe, le malefiche, l’ho sempre detto che ho fatto troppo nuoto!), mi si addormentano le braccia. Se sto comoda con le braccia, mi pesa la panza. Se sto comoda con la panza, parte l’ammutinamento della Gnappa Alfa che per muoversi ancora così tanto deve essere mingherlina, ma ciò non toglie che ha il garbo di un bisonte e se sto di fianco si sente schiacciata e mi pianta certi calci che prima o poi le rimarrà un piede incastrato tra una costola e l’altra. Per riuscire a non farmi addormentare la braccia, non far inferocire Gengis Khlaudia, non avvitarmi a mo’ di fusillo con la schiena e riposare, finisce che devo dormire scomoda praticamente con tutto per non irritare tutte le singole parti del mio corpo che ultimamente sembrano vivere una vita propria e dissociata dalla mia. Che poi, rigirarsi nel letto con la panza non è agevole, ti muovi un po’come un cinghiale ferito. In compenso, ho scoperto che dormendo al contrario, ossia con la testa dove in teoria dovrei avere i piedi (dormo podalica!), ho un doppio vantaggio: arriva ogni tanto qualche soffio d’aria (calda, ma pur sempre aria) dal ventilatore del lampadario che è decentrato rispetto al letto e prende più il Maschio Alfa che me e, soprattutto, mi allontano dal busto di Maschio Alfa che, sempre per paura di morire di sciatica, si ostina a dormire tutto coperto ed emana un calore insopportabile. In pratica, dormo tra le 7:00 e le 10:00 del mattino, quando si crea una combinazione di eventi favorevoli: 1) Maschio Alfa in versione termocoperta umana va a lavorare e io ho più spazio per sparpagliare a casaccio le mie povere membra appiccicaticce 2) la Gnappa, finalmente dorme 3) ha rinfrescato e ancora non si muore di caldo. Se in tutto questo il sole si trova in trigono con Urano e tutti gli altri pianeti sono in fila per sei col resto di due, può persino succedere che lo Psicovicino non decida di mettersi a parlare con la Psicostrappona alle 6:00 in balcone con i suoi soliti toni soavi per poi cedere il passo, alle 7:00, a quelli del piano di sopra che stanno passando davvero un periodaccio e litigano ogni giorno, tutto il giorno, in napoletano strettissimo.

Altra cosa. Si chiama “miopia transitoria gravidica“. Significa che la tua vista va in picchiata meglio di un falco pellegrino e che nessun ottico o oculista può farti niente. Ragazzi, io ‘n ce vedo più. Capirai, io già ci vedevo poco prima, che ve lo dico a fare. Se poi l’integratore invece che berlo lo uso per farmici il bagno, non posso nemmeno pretendere tanto.

Per fortuna, però, come dice il nome, è una cosa transitoria. Poi passa. Entro un anno dalla fine dell’allattamento recuperi quello che hai perso…con calma, un po’come i rimborsi dell’IVA. Ma sereni, non è che è un problema solo degli occhi. I denti seguono a ruota. Per fortuna ci sono le pasticchine di fluoro, quelle che prendono i bambini. Infatti il farmacista mi ha detto “scusi, quanti anni ha?” “30″ “No, non lei, il bambino che prende le pasticche” “Eh, gliel’ho detto, 30…”. Giusto affinché lo sappiate: no, il problema ai denti NON è transitorio. Ma ovviamente non potete intrallazzare col dentista fin dopo l’allattamento, ovvio.

A seconda dei casi, poi, ci sono una serie di simpatici contrattempi che possono capitare ma anche no:

- Stitichezza ed emorroidi:  le emorroidi, in realtà, sono più o meno una tassa. Puoi averle o nelle prime fasi, come è capitato a me, o verso la fine, o se l’hai sfangata in gravidanza, escono col parto, stai serena che tanto arrivano. Non se ne parla perché per noi donne certi argomenti sono tabù, ma vi giuro che le emorroidi e i rimedi per farle passare sono l’argomento principale di ogni corso pre-parto (il luogo in cui i freni inibitori saltano) e suscita più interesse di argomenti come il travaglio e l’allattamento. Ho visto con i miei occhi l’ostetrica cercare di parlare delle fasi del parto ed essere interrotta da domande sulle emorroidi. Giuro.

- Pipì che si presenta con tre secondi di preavviso: cominciamo col dire che in gravidanza non serve nemmeno avere della pipì pronta per dover correre in bagno nel timore di bagnarsi le scarpe. Per avere questa sensazione è sufficiente un colpo ben assestato sulla vescica. E’chiaro che se qualcuno te la pigia come l’uva, ti può capitare di dover correre sperando in un falso allarme. Io non avevo pensato al fatto che spesso il bisogno non è reale.  Se vai al cinema, però, chiedi sempre l’ultimo posto laterale. Non si sa mai, meglio avere una via di fuga verso il bagno. In ogni caso, prima si comincia con gli esercizi di Kegel, meglio è. Anche perché pare che siano un toccasana per perineo e pavimento pelvico, ossia due di quelle parti che generalmente non hai motivo di prendere in considerazione. Poi scopri che un bel perineo allenato può limitare il rischio di lacerazioni durante il parto e pensi “ma che idiota, tutto questo tempo tra spinning, pilates, zumba ecc…quanto era molto meglio per tutti se rimanevo a casa a esercitare il perineo?!”. Se, nove mesi fa, qualcuno mi avesse chiesto “dove posso comprare l’olio per massaggi al perineo?” io avrei risposto “Boh! Al sexy shop?”, ora vi dico entusiasta “alla Prenatal, accanto al disinfettante per capezzoli, alle mutande di rete e al detergente intimo disinfettante!”. Detto così sembra tutta roba da sexy shop, in realtà. Poi vedi di che si parla e il dubbio ti passa, però lì per lì qualche domanda te la poni.

- Sindrome delle mani di pastafrolla: entrano in gioco varie sostanze che servono per allentare la muscolatura e le articolazioni. Questo perché, logicamente, gli addominali in gravidanza si devono allentare per dilatarsi (come se fossero mai stati in tensione…) e durante il parto è meglio essere il più disarticolate possibile, tipo bambola di pezza. Peccato che queste sostanze non agiscano in modo mirato ma colpiscano soprattutto i polsi e le mani, con l’ovvia conseguenza che ti cade tutto in continuazione. Per un periodo, quando ancora raccogliere le cose da terra anche 300 volte al giorno non mi provocava un attacco d’asma, me ne uscivo con un “meciola!” di nonnesca memoria ogni volta che mi cadeva qualcosa. Alla fine ho smesso perché una parola su due era, per l’appunto, “meciola” e perché onestamente tra la panza e la temperatura proibitiva, sono troppo impegnata a cercare di rimettermi dritta nella speranza che non mi fulmini la sciatica. Ovviamente, va da sé che la frequenza con cui cadono le cose di mano è direttamente proporzionale al disagio che si prova a raccoglierle. I tappi delle bottiglie d’acqua lo sanno e godono da matti a infilarsi sotto i mobili. Spero che questi tappi si reincarnino in donne di sbalorditiva fertilità, nella loro prossima vita.

- Sciatica: c’è una cosa che ti capita di leggere sui libri di scuola e che poi rimuovi perché, giustamente, in 3°superiore non pensi sia un tuo problema: il nervo sciatico passa sotto l’utero. E l’utero pesa. Tanto. L’utero pesa tanto sul nervo sciatico.

- Bruciori di stomaco: non è cattiveria, ma con due piedi piantati nello stomaco non è che si può digerire tanto bene…io per ora me la cavo, speriamo che duri.

-  Ritenzione idrica: tempo fa mia sorella mi ha detto “guarda, ora hai proprio la faccia da donna incinta!”. Un paio d’ore dopo, guardandomi nello specchio dell’ascensore (che già è un maledetto impostore e farebbe sembrare un cesso a pedali anche Nicole Kidman) ho detto “mamma mia, guarda che occhi gonfi che ho…” e mia sorella ha risposto “eh, lo so. Era quello che intendevo quando ti ho detto che hai la faccia da donna incinta, che hai la faccia gonfia!”. Grazie. Nel complesso, sono fortunata, gli anelli ancora riesco a sfilarli e non ho la sindrome del piede di Dumbo. Per ora. Ma tanto dove vuoi che scappo…in compenso ho due labbra alla Belen che levati…

- Cloasma Gravidico: detta così, sembra una cosa che fa schifo e più o meno lo è. Macchie. Macchie in faccia, possibilmente sopra le labbra che pare tu abbia i baffi alla Freddie Mercury. Se eviti di esporti al sole per 9 mesi, come ho fatto io, forse ti salvi. Se non ti salvi, tranquilla che passano dopo la gravidanza, ci vuole un po’di pazienza. Se finisce fuori corso di un paio d’anni, nelle foto della laurea di tuo figlio sarai perfetta.

- Sindrome dell’ombelico a citofono: questo è un problema squisitamente mio, probabilmente. Voglio indietro il mio ombelico.  Lo rivoglio ORA. E’un missile sulla rampa di lancio. Uno di questi giorni salterà come un tappo di spumante. Lo striscio ovunque e dà fastidio. E tutti non fanno che suonarlo come un citofono sperando che Gnappa risponda.

- Ormone selvaggio: anche di questo si parla poco. Le possibilità sono due, fondamentalmente. Due categorie di donne. O la pace dei sensi o un furore che fa paura! Nel primo caso, l’unico pensiero – forse – che ti fa ancora dare 5 minuti di attenzione al papà è la paura (dettata dagli ormoni) di ritrovarti con più corna di un carretto di lumache. Nel secondo…ricordate “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”? Ricordate Baby Herman che era quel cartone che nei suoi ruoli interpretava l’adorabile bebé ma che in realtà era uno sboccatone?

Ecco, la sua frase storica, mentre guardava il sedere di una segretaria, mi pare, fu “ho il pistolino di un bambino di 3 anni e le voglie di uno di uno di 30″. Ecco, diciamo che la gravidanza pone dei limiti fisici anche alle appanzate. In compenso ci si ammazza dalle risate. Ecco, questa, a grandi linee, è la situazione.

Perché, dunque, succede che si passa da “vorrei che questa gravidanza durasse per sempre” a “fateme partori’, adesso!”?!

Ci ho pensato, perché alla fine niente succede per caso.

La verità è che 9 mesi servono ad un bambino per crearsi dal nulla. Ma praticamente dal nulla si deve creare anche una mamma. E in 9 mesi, ti metti tanto in discussione, non fai altro. A me è capitato di sognare più di una volta di tornare a casa con un bambino (nel sogno era sempre un maschietto) e ucciderlo una volta per depressione post-post parto, una volta per incuria, una volta per incapacità. Metti in discussione il figlio che sei stato. Metti in discussione una volta di più i tuoi genitori. Ti domandi, se vieni da una famiglia particolare, come farai a dare un imprinting diverso da quello che hai conosciuto e che non vuoi restituire ai tuoi figli. Ti domandi come farai a non viziare il tuo bambino, se sarai in grado di resistere al panico in caso di pianti inconsolabili delle colichette e a quelli che non sai da che dipendono, se riuscirai a non essere troppo severo, se riuscirai a non fargli mancare nulla, se sarai in grado di provvedere alla gestione pratica, di farti scivolare addosso i commenti della gente (perché gli uomini sono tutti allenatori di calcio, ma le donne sono tutte mamme), se riuscirai a formare una buona squadra col tuo Maschio Alfa, se riuscirai a dedicare ancora del tempo a lui, se ogni tanto riuscirai a ricordarti che oltre ad una mamma sei ancora una donna, se ti aiuteranno a rimanere ancora te stessa nonostante la maternità….e questa è solo parte delle domande che ti poni.

Insomma, le domande che ti fai sono tante. E anche se alla fine pensi “oh, via, alla fine ci son riusciti più o meno tutti, ce la faremo anche noi!” i pensieri che ti girano per la testa sono tanti.

Solo che se una passasse 40 settimane così impazzirebbe. E allora secondo me la Natura (che qui agisce proprio da donna, invece!) fa in modo che la gravidanza ti diventi fisicamente pesante. Non voglio dire che il pancione è una di quelle cose che in assoluto non può mancare una volta che hai partorito, ma a me credo che mancherà. C’è un’intimità in quei movimenti, in quei calci, che è esclusiva tra te e il tuo bimbo. Una comunicazione quasi segreta. Ma si arriva al momento in cui ormai, dopo mesi, la gravidanza ormai te la sei goduta e fisicamente sei sfrantecato, manco lavorassi in miniera. E allora inizi a pensare che non vuoi più essere incinta perché vuoi vedere che musetto ha, vuoi annusare il tuo bambino, vuoi guardarlo fino a consumarti gli occhi, vuoi smettere di porti domande cui tanto non puoi risponderti per partire subito all’azione e vedere come va, per poterti dire “lo vedi? Ti sei tanto preoccupata ma per quanto sia dura siete ancora tutti vivi e incolumi!”.

Sì, secondo me le ultime settimane di gravidanza sono così pesanti e piene di inconvenienti per farti dare un taglio alle domande e ai dubbi che senso non ne hanno e darti il coraggio e la spinta per proiettarti nella vita di genitore…


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