Quando penso alle brutture che passano in televisione non mi viene in mente il boccaccesco racconto del Grande Fratello o gli inutili pomeriggi delle trasmissione contenitore della Rai, piuttosto il disgusto sovviene spontaneo alle immagini della messa cantata che ogni anno si perpetua sulla riviera ligure.
Che qualcuno mi spieghi perché dovrei passare il tempo a sbirciare tra le gonne delle vallette, rimanendo attonito davanti a sermoni di predicatori/presentatori, ascoltando canzoni che non hanno niente a che fare con quelle che ascolto alla radio perché si ostinano con quegli assurdi arrangiamenti per mantenere una cinquantina di maestri d’orchestra. E che dire degli ospiti insulsi, solitamente strapagati per dire o fare cose che mi posso guardare quando voglio su Youtube.
Delle canzoni non c’è nemmeno il gusto di parlarne con i colleghi in ufficio il mattino dopo. Che ormai c’è quasi da vergognarsi ad ascoltare quelle canzonette cantate da cantanti di serie B, visto che i Big se ne guardano bene dal partecipare.
Del festival di Sanremo 2012 salvo solo la prima mezz’ora: quella di Luca e Paolo. Giusto per pensare che anche quest’anno ho pagato il canone per finanziare spettacoli come questo e spegnere subito dopo la televisione e fare altro.