Perché non l'hanno chiesto a Evans?: la Christie fino all'ultimo il dubbio non ci leva

Creato il 14 agosto 2012 da Dejavu
E' davvero raro che Agatha Christie rinunci a tirare le fila dei suoi soliti investigatori lasciando il delitto nelle mani dei dilettanti.Eppure in Perché non l'hanno chiesto a Evans? (Why Didn't They Ask Evans? 1934) le indagini "fai da te" costituiscono un piacevole diversivo dai soliti e arruolati Poirot, Miss Marple, Tommy e Tuppence e Parker Pyne.Nessuno di loro compare stavolta sulla scena. A rinvenire il cadavere di uno sconosciuto sono due golfisti un po' schiappe che stanno disputando una partita su uno strapiombo del Galles. Tra una buca e l'altra e parecchi lanci a vuoto, Bobby Jones percepisce un urlo che lo allarma e che gli fa temere di aver colpito con la propria palla un ignaro passante. Ma quando si affaccia dal costone insieme al compagno di gioco nota subito che la realtà è ben diversa: un uomo giace 15 metri più sotto, probabilmente con la schiena spezzata e pare essere sul punto di morire. Rimasto a vegliare il moribondo mentre il suo sfidante va a cercare aiuto, Bobby lo sente pronunciare una frase misteriosa in un ultimo sprazzo di lucidità. Perché non l'hanno chiesto a Evans? mormora lo sconosciuto prima di tirare le cuoia. L'arrivo dei soccorsi è tardivo. Bobby non sa come interpretare quelle poche parole che paiono un quiz. Nota solo spuntare dalla giacca della vittima una foto che ritrae una bellissima donna bionda e dall'espressione angosciata.Sentendo tuttavia che qualcuno sta giungendo alle sue spalle, rimette tutto com'era prima e lascia un fazzoletto sul volto del cadavere per nasconderlo alla vista impietosa degli altri. La partita col mistero è dunque iniziata e le domande piovono sul green come innumerevoli palline da golf: chi accidenti è Evans e che gli dovevano chiedere? com'è caduto quel tizio giù dalle rocce? si è suicidato, è scivolato per via della foschia o, peggio, lo hanno spinto giù dal ciglio? e chi è Amelia Cayman, la donna che si è presentata come sua sorella per identificarlo ma che è molto diversa da quella ritratta nella foto trovata da Bobby? Quesiti che si fanno impellenti quando, qualche giorno dopo, la birra di Bobby viene avvelenata e lui se la cava per un pelo, nonostante gli 8 grani di morfina che gli hanno propinato. L'amica Lady Frances Derwent si mette subito a sua disposizione per aiutarlo e insieme cominciano un'indagine a quattro mani che da Marchbolt li porterà all'indecifrabile famiglia dei Bassington-ffrench e soprattutto a Roger, colui che diede il cambio a Bobby durante l'assistenza al moribondo sugli scogli e che sul fatto potrebbe saperne molto di più di quanto si creda. 
Con un mirabile parallelismo tra l'investigazione e una partita a golf la Christie costruisce più che una semplice trama un vero e proprio match difficilissimo da interrompere fino a che non si è giunti  all'ultima pagina o, se si preferisce, all'ultima buca dove appunto l'autrice ha nascosto l'identità di Evans. Come sul campo da gioco, anche nella ricerca della verità sul delitto si procede a tentoni tra mazze troppo corte e mire inadeguate, tra una vittoria e una disfatta, tra un colpo assestato a dovere e molti altri mancati fino a che la gara non diventa letale. E come una perfetta assistente da campo, Agatha Christie toglie e mette i bastoni e i legni nelle mani dei suoi personaggi fino al tiro decisivo per chiudere il punteggio facendo ancora una volta centro, ma senza darci buca.

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