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Perché non potremo mai cedere alle lusinghe del “posto sicuro”.

Creato il 26 agosto 2012 da Vignals

Perché non potremo mai cedere alle lusinghe del “posto sicuro”.

Da MassimoCorsaro.it

C’è chi pensa che ogni essere umano sia un esemplare unico, che va messo in condizione di andare tanto più lontano quanto più forti sono i suoi meriti ed impegni; e c’è chi ritiene che siamo tutti uguali e dobbiamo rimanere allo stesso livello.
Noi crediamo che ogni persona sia responsabile, in bene e in male, delle sue scelte ed azioni; altri pensano che le colpe siano sempre “della società”.
Noi siamo convinti che drogarsi non sia un diritto, ma un’abiezione mentale da combattere per preservare la dignità dell’Uomo; qualcuno, quando governa, organizza le stanze del buco e vuole liberalizzare la droga.
Per noi ogni bambino che nasce deve avere diritto ad una mamma femmina e ad un papà maschio; altri preparano una società “diversa” e pretendono che sia considerato un diritto naturale.
Noi sappiamo che chi viene ospite a casa nostra chiede permesso, si informa sulle regole di comportamento e ci si adegua; altri pensano che la cittadinanza vada regalata anche a chi manda in giro le donne infagottate e le picchia se queste tolgono il velo.
Noi amiamo l’Italia, la sua storia – tutta intera – e le sue tradizioni; altri imparano l’inno quando gioca la Nazionale e si vergognano della bandiera quando la esibiscono i nostri soldati.
Noi abbiamo tifato per Falcone e Borsellino quand’erano vivi; altri facevano le trattative con la mafia e hanno cancellato il carcere duro.
Noi stiamo dalla parte di chi si rimbocca le maniche ogni mattina, mettendo in gioco le proprie capacità; altri prendono ordini dai sindacati e per ogni male conoscono una sola cura: le tasse.
Noi pensiamo che l’esaltazione di queste differenze sia il sale del senso civico e del confronto politico. E non c’è motivo o interesse economico e finanziario, trasparente o nascosto sotto un grembiule, che possa venir prima.
Noi ci impegniamo nella cosa pubblica per difendere ed affermare le nostre idee, e non vogliamo confonderci con chi è disposto a cancellare ogni diversità pur di rimettere il culo su una sedia prestigiosa.
A proposito, a chi sfoggia tronfio un risibile “Italy first” noi rispondiamo semplicemente “l’Italia anzitutto”; sembra poco, ma essendo i pronipoti di Giulio Cesare e di Dante, di Leonardo e Michelangelo, di Meucci, Volta e Marconi, di D’Annunzio e Pirandello, ci pare che provinciali siano quelli che cercano riconoscimenti stranieri.

Massimo Corsaro


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