Da MassimoCorsaro.it
C’è chi pensa che ogni essere umano sia un esemplare unico, che va messo in condizione di andare tanto più lontano quanto più forti sono i suoi meriti ed impegni; e c’è chi ritiene che siamo tutti uguali e dobbiamo rimanere allo stesso livello.
Noi crediamo che ogni persona sia responsabile, in bene e in male, delle sue scelte ed azioni; altri pensano che le colpe siano sempre “della società”.
Noi siamo convinti che drogarsi non sia un diritto, ma un’abiezione mentale da combattere per preservare la dignità dell’Uomo; qualcuno, quando governa, organizza le stanze del buco e vuole liberalizzare la droga.
Per noi ogni bambino che nasce deve avere diritto ad una mamma femmina e ad un papà maschio; altri preparano una società “diversa” e pretendono che sia considerato un diritto naturale.
Noi sappiamo che chi viene ospite a casa nostra chiede permesso, si informa sulle regole di comportamento e ci si adegua; altri pensano che la cittadinanza vada regalata anche a chi manda in giro le donne infagottate e le picchia se queste tolgono il velo.
Noi amiamo l’Italia, la sua storia – tutta intera – e le sue tradizioni; altri imparano l’inno quando gioca la Nazionale e si vergognano della bandiera quando la esibiscono i nostri soldati.
Noi abbiamo tifato per Falcone e Borsellino quand’erano vivi; altri facevano le trattative con la mafia e hanno cancellato il carcere duro.
Noi stiamo dalla parte di chi si rimbocca le maniche ogni mattina, mettendo in gioco le proprie capacità; altri prendono ordini dai sindacati e per ogni male conoscono una sola cura: le tasse.
Noi pensiamo che l’esaltazione di queste differenze sia il sale del senso civico e del confronto politico. E non c’è motivo o interesse economico e finanziario, trasparente o nascosto sotto un grembiule, che possa venir prima.
Noi ci impegniamo nella cosa pubblica per difendere ed affermare le nostre idee, e non vogliamo confonderci con chi è disposto a cancellare ogni diversità pur di rimettere il culo su una sedia prestigiosa.
A proposito, a chi sfoggia tronfio un risibile “Italy first” noi rispondiamo semplicemente “l’Italia anzitutto”; sembra poco, ma essendo i pronipoti di Giulio Cesare e di Dante, di Leonardo e Michelangelo, di Meucci, Volta e Marconi, di D’Annunzio e Pirandello, ci pare che provinciali siano quelli che cercano riconoscimenti stranieri.
Massimo Corsaro