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Perche’ non sono cattolico – di Iannozzi Giuseppe

Creato il 19 dicembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Perche’ non sono cattolico – di Iannozzi GiuseppePerche’ non sono cattolico

di Iannozzi Giuseppe

I. Se anche i fedeli più accesi – o fondamentalisti che dir si voglia – hanno cominciato a non seguire quelle che sono delle imposizioni di chiaro stampo medioevale, dovrebbe essere a tutti evidente che l’indottrinamento voluto da Joseph Ratzinger è cattivo ab imis per il benessere della società tutta e di conseguenza per l’individuo. Nonostante le critiche e i reiterati rimproveri ricevuti dalla società, Papa Ratzinger si ostina in favore d’un cattolicesimo (di stampo) integralista vecchio di mezzo secolo e non si pone interrogativi sul suo operato; continua a puntare l’indice contro la contraccezione e dimostra di non essere poi tanto dissimile da quei vecchi inquisitori che condannarono e appicciarono roghi.

La Chiesa cattolica è vecchia, vecchia nelle idee e con Joseph Ratzinger è già ben avviata a diventare un organo d’intolleranza trucemente razzista. La Chiesa di Ratzinger non predica l’amore, predica invece l’intolleranza: non accetta i Pacs, discrimina i gay, si fa portavoce di roghi in piazza – come per “Il codice da Vinci” di Dan Brown -, e in maniera più che mai subdola vorrebbe dettare le sue regole alla scienza e al progresso scientifico intrufolandosi negli atenei e non solo.

II. Alcune controversie e critiche su Benedetto XVI sono, ahinoi, diventate storia moderna nel giro di poco tempo, così come testimonia la voce dedicata a Ratzinger su Wikipedia l’enciclopedia libera. Riporto integralmente:

>>> Alcune pubblicazioni sono critiche circa la veridicità delle affermazioni di Ratzinger sul proprio rapporto con il nazismo. Nel libro di autori anonimi, chiamati “Discepoli di verità” Senza misericordia della Kaos edizioni, viene enfatizzata l’ammirazione del giovane Ratzinger per il cardinale Michael von Faulhaber, che nel libro viene accusato di avere avuto posizioni filo-naziste e antisemite, sebbene sia stato un autore dell’enciclica di condanna del nazismo Mit brennender Sorge e definito dai nazisti come Judenkardinal (il «cardinale ebreo»).

In occasione dell’uscita del sesto volume della saga di Harry Potter, il 16 luglio 2005, esplose la polemica sul Papa ed il maghetto. In tale circostanza vennero infatti rese pubbliche due lettere scritte nel 2003 dall’allora cardinale Ratzinger a Gabriele Kuby, autrice del saggio Harry Potter, bene o male? Nella prima, del 7 marzo, il futuro Papa scrisse: «Es ist gut, daß Sie in Sachen Harry Potter aufklären, denn dies sind subtile Verführungen, die unmerklich und gerade dadurch tief wirken und das Christentum in der Seele zersetzen, ehe es überhaupt recht wachsen konnte», ovvero «È un bene che Lei faccia chiarezza sulle questioni di Harry Potter, giacché queste sono seduzioni sottili, che hanno un effetto impercettibile ed appunto per questo profondo, e logorano il Cristianesimo nell’anima prima che questo possa formarsi perfettamente». In Italia la stampa ne ha tuttavia diffuso una traduzione diversa ed assai approssimativa, la quale è stata la causa essenziale del clamore: «È un bene che lei illumini la gente su Harry Potter perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente e quindi in profondità, distorcendo il Cristianesimo nell’anima, prima che possa formarsi». Il 27 maggio dello stesso anno il cardinale scrisse ancora all’autrice del libro contro il maghetto: «Posso con piacere darle il mio permesso di riferire il mio giudizio su Harry Potter. Cordiali saluti e benedizioni».

Nel dicembre 2005 Benedetto XVI non ha presenziato al concerto Natale in Vaticano, inoltre non ha mandato nessun messaggio o video e non ha ricevuto gli artisti che si erano esibiti nella manifestazione, in aperta discontinuità con il comportamento del suo predecessore. Nel 2006 e nel 2007 Benedetto XVI ha espressamente negato agli organizzatori di organizzare il concerto nell’aula Paolo VI, costringendoli a spostare la sede rispettivamente al Grimaldi Forum di Montecarlo e al Teatro Filarmonico di Verona con grande disappunto di molti artisti tra cui Ron, Laura Pausini e Andrea Bocelli. La ragione di questo comportamento è da molti individuata nel fatto che il Papa non ha mai fatto mistero di non amare la musica pop.

Il 12 settembre 2006 Benedetto XVI nel discorso all’Università di Ratisbona, in un momento molto difficile della storia recente tra guerra in Iraq e terrorismo islamico in piena recrudescenza, scelse di parlare di un argomento che in quel momento appariva quantomeno delicato. Il discorso, anche se costituiva una dotta citazione, fece temere ripercussioni diplomatiche. <<<

D’ora in poi, giacché il Papa ci assicura che la parola di Dio è la sola cosa solida – che è una bella presa per i fondelli verso i tantissimi che rischiano di restare con il culo per terra, perché uno che se ne viene fuori con simili dichiarazioni o è scemo o è scemo più scemo, non ci sono santi che tengano -, nella cassetta delle elemosine della Chiesa lascerò la parola di Dio, o anche due o tre, persino un tema di parole se in vena di munificenza, e spero per il pastore tedesco Ratzinger che riesca a farla fruttare la parola di Dio in maniera santa e concreta, più di quanto non abbia saputo fare sino ad ora.

«Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine. Lo ricordi chi costruisce solo sulle cose sono visibili, come il successo, la carriera, i soldi. Solo la parola di Dio è una realtà solida»: queste le parole spese dal Papa mentre i mercati mondiali colano a picco profilando all’orizzonte un’altra grande depressione come quella del 1929. Traendo spunto dal brano evangelico sulla casa costruita «sulla sabbia o sulla roccia», Benedetto XVI, immerso nello sfarzo del Vaticano, ha continuato a parlare dando fondo a tutto il vocabolario, dimostrando di non conoscere affatto l’economia: «Costruisce sulla sabbia la casa della propria vita chi costruisce solo sulle cose visibili e toccabili, come il successo, la carriera, i soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà, ma questa realtà prima o poi passa: vediamo adesso nel crollo delle grandi banche, che scompaiono questi soldi, che non sono niente. Di per sé tutte queste cose che sembrano la vera realtà sono solo realtà di secondo ordine e chi costruisce su questo costruisce sulla sabbia. Solo la parola di Dio è fondamento della realtà e cambia il nostro concetto di realismo: realista è chi riconosce la realtà nella parola di Dio».
Non credevo di doverlo dire, ma tra Ratzinger e Giovanni Paolo II preferivo di gran lunga il secondo, pur non essendo io cattolico né provando alcuna simpatia per le religioni. Con Giovanni Paolo II potevo non essere d’accordo, ma non andavo in bestia. Se oggi i cattolici tendono ad allontanarsi dai precetti della Chiesa, che a dirla tutta sono più di Ratzinger che non del Vangelo, il peccato è tutto del Papa troppo interessato agli affari terreni e solo in maniera contingente alla spiritualità. La spiritualità assume connotati di mera accessorietà, diventa un pretesto per impicciarsi degli affari umani siano essi in campo economico sia essi in quello scientifico, letterario e scientifico.
La caduta dei mercati rischia di condurci dritti in un altro 1929. In realtà ci siamo già dentro e tirarsene fuori in maniera indolore e veloce è oramai pressoché impossibile. Troppo capitalismo, troppi eccessi: una economia sana non può basarsi solo sul capitalismo o sul comunismo. Quando ciò accade cadono i mercati.
Io ho deciso di pregare. Sì, avete sentito bene: anch’io prego. Prego con tutto il cuore che il Vaticano affondi nella solida realtà della povertà, così la smetterà di sparare anatemi degni del Maligno più maligno. Tanto per il Vaticano c’è la parola di Dio che è solida e con quella verrà pagato.

III. L’Islam non è la sola religione fondamentalista: penso ad esempio al cattolicesimo, che con Ratzinger è diventato assai più pericoloso di altre religioni orientali. Per far del male non c’è bisogno di usare la violenza: a Ratzinger basta ordinare che i profilattici sono il démonio e come tutto risultato mezzo Terzo Mondo si prende l’Aids grazie al Papa.
Ratzinger fa finta di dimenticare molte cose. Se fossi il Papa non riuscirei a chiudere occhio: non so come faccia lui con la coscienza sporca che si ritrova. Con Ratzinger il cattolicesimo è tornato indietro di almeno 500 anni.
E’ vero che non ci sono martiri che si fanno saltare in aria; ma considerate l’effetto che fa la parola del Papa che invita a non usare i profilattici, ad esempio, su le popolazioni del Terzo Mondo, dove il rischio di beccarsi l’Aids è altissimo e dove non ci sono risorse per sfamare il popolo. Un simile invito se seguito – e ahinoi, in queste terre dimenticate da dio e dagli uomini – conduce a risultati ben peggiori e tragici di un integralista che si fa saltare in aria. Avete idea di quante centinaia di persone muoiono ogni giorno a causa dell’Aids, della fame, della sete? Ratzinger con i suoi inviti sta contribuendo attivamente ad ammazzare centinaia di persone. E tutto questo nel nome della Bibbia.
Benedetto XVI, rivolgendosi ai vescovi del Kenya, ha sottolineato il valore del matrimonio cattolico: “Le malattie che colpiscono alcune parti della società africana, come la promiscuità, la poligamia e la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse, possono essere direttamente collegate alla nozione sbagliata di matrimonio e di vita familiare. Il popolo africano tiene in particolare considerazione l’istituzione del matrimonio e della vita familiare. L’amore devoto delle coppie cristiane sposate è una benedizione per il vostro popolo, espressione sacramentale dell’indissolubile patto tra Cristo e la sua Chiesa”. Parole di Joseph Ratzinger queste che hanno tutto il macabro sapore di un invito di morte, difatti per il papa il matrimonio cattolico sarebbe l’unico modo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili. Parole che alla loro base non hanno niente di scientifico, ma solo una fortissima componente di pensiero medioevale.

IV. Allarmante, a dir poco, la presa di posizione di Ratzinger in favore del papa fascista Pio XII, noto anche come papa Pacelli. “Quello di Pio XII sulla persecuzione degli ebrei fu non fu un silenzio dettato da condivisione o paura, ma dalla convinzione che senza clamori la sua azione di aiuto e solidarietà avrebbe avuto più efficacia. […] agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei. Per questi suoi interventi numerosi e unanimi attestati di gratitudine furono a lui rivolti alla fine della guerra, come pure al momento della morte, dalle più alte autorità del mondo ebraico”. Il papa fascista viene riabilitato da Benedetto XVI non con un miracolo, molto più terra terra con un bell’atto di revisionismo storico.
Nei giorni scorsi il rabbino capo di Haifa Shear Yesuv Cohen, invitato al sinodo in qualità di ospite, aveva ribadito le accuse contro Pio XII: “Crediamo che non dovrebbe essere beatificato o preso a modello, perché ha mancato di salvarci o di levare la sua voce, anche se ha cercato segretamente di aiutare”. Benedetto XVI è quindi favorevole alla beatificazione di un fascista: “Preghiamo perché prosegua felicemente la causa di beatificazione del Servo di Dio Pio XII. E’ bello ricordare che la santità fu il suo ideale, un ideale che non mancò di proporre a tutti. Per questo dette impulso alle cause di beatificazione e canonizzazione di persone appartenenti a popoli diversi, rappresentanti di tutti gli stati di vita, funzioni e professioni, riservando ampio spazio alle donne”.

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