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Perché Obama verrà confermato alla Casa Bianca

Creato il 01 marzo 2012 da Fabio1983
Pare che Mitt Romney, parlando a Detroit dopo la vittoria in Michigan, abbia sbeffeggiato un pochino Obama: “Yes, we can. Lo rimanderemo a casa”. La battuta gli è venuta facile, a conclusione di un periodo sicuramente più teso rispetto all’inizio della campagna elettorale. Prima Gingrich, poi Santorum gli hanno fatto sudare sette camicie. E se è vero che finora nessuno ha mai messo in dubbio l’investitura definitiva dell’ex governatore del Massachusetts, la corsa alla Casa Bianca si sta tuttavia rivelando più ostica del previsto. Al di là degli attacchi, che fanno parte del gioco, Obama in verità gongola in vista dell’appuntamento di novembre. In ogni caso non dovrebbe andargli male: il rivale più accreditato, Romney appunto, è distanziato di dieci punti percentuali secondo un recente sondaggio condotto da Politico.com in collaborazione con la Washington University. Gli altri – troppo estremisti persino per l’elettorato repubblicano – sarebbero addirittura non pervenuti, talmente è elevato il distacco. Il presidente degli Stati Uniti uscente, dunque, sembra avere la strada spianata. Un po’ è responsabilità dello stesso Gop, incapace in questi anni di incentivare le candidature delle anime migliori all’interno del partito. Un po’, invece, è merito dell’attuale amministrazione. La crescita economica sarà lieve tanto nel 2012 quanto nel 2013, ma intanto il Pil nel quarto trimestre del 2011 si è attestato al 3% e i consumi sono cresciuti del 2,1% mentre il mercato immobiliare è attualmente debole. Ma il tema che più peserà sulla scelta di voto sarà con ogni probabilità il lavoro. E su questo fronte sono stati ottenuti risultati importanti: a gennaio il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso all’8,3%, quinto declino mensile consecutivo nonché valore più basso in quasi tre anni (nel 2011 infatti, è bene ricordarlo, erano stati raggiunti livelli oltre il 9%). Obama, inoltre, si è rivelato un politico pragmatico (e dunque efficiente) anche sulle questioni etiche. Lo ha evidenziato in particolare sulla riforma sanitaria adottando alla bisogna il bastone e la carota. L’ultima occasione, in ordine di tempo, è avvenuta all’inizio del mese quando ha dovuto mediare tra le compagnie assicurative e la Conferenza episcopale statunitense che aveva aspramente criticato la decisione della prima ora della Casa Bianca di obbligare le istituzioni cattoliche (e di altre religioni) a pagare una serie di servizi per il controllo delle nascite. Ma l’amministrazione Obama è anche quella che ha abolito il don’t ask don’t tell, il divieto per i militari di dichiarare le proprie tendenze sessuali (abolizione sancita in via definitiva dalla foto del bacio tra il marine e il suo compagno che pochi giorni fa ha fatto il giro del mondo).
(continua su T-Mag)

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