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Non mi piace molto quell'abitudine universale di tessere sempre le lodi di qualcuno appena morto. Questa prassi del parlare bene o, per lo meno, non male, di una persona appena defunta, si deve probabilmente a due fatti: chi ne parlava bene in vita ne parlerà bene anche dopo morto e chi ne parlava male in vita si sente leggermente in imbarazzo nel continuare a parlarne male e perciò tira fuori frasi di circostanza.La morte estingue il debito. In questo caso il debito è il contrasto di idee o il contrasto personale con il defunto: è come parlar male di uno assente, puoi farlo con persone intime ma non pubblicamente. E il defunto è l'assente per antonomasia. Dunque, vietato parlarne male. O almeno, parlarne male sì, ma in maniera attenuata, non virulenta.
Ma è anche normale. Spesso gli alterchi, i contrasti filosofici e ideologici, le dispute concettuali non sono interamente sostenute dalle idee ma anche da una buona dose di pura e semplice contrapposizione personale. Chi di noi non ha affastellato scuse e pseudo-buone ragioni quando si è sentito attaccato, specialmente se sapeva di essere in torto? Chi ammette francamente di aver fatto un ragionamento sbagliato, di aver detto cose errate, di aver preso una cantonata? Ognuno rimane abbarbicato alle proprie opinioni nonostante l'interlocutore apporti fondate ragioni del contrario anzi, forse proprio per questo, in misura maggiore.Nessuno vuole dichiararsi sconfitto: nemmeno in campo scientifico, dove si dovrebbe essere più portati per i fatti e meno per le opinioni, si sfugge a questa dinamica. L'aspetto essenziale di questa caratteristica universale è l'altro. Quando c'è contrapposizione vi è pure difesa a oltranza. E' per questo motivo che quando l'altro non c'è più parte di quella oltranza viene meno, gli spigoli si smussano e si è più obiettivi nel giudicare. Viene fuori una maggiore razionalità e, anche se il giudizio generale rimane invariato, si è più portati a fare qualche concessione. Questo significa che, a volte, le dispute o i contrasti di idee non sono sostenuti sempre da evidenti ragioni ma anche da puro e semplice orgoglio. E' quello che è successo anche in questa occasione, con la morte dell'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Ovviamente con qualche piccola o grande eccezione, che però non scalfisce, secondo me, la portata di questa considerazione.Per esempio, ma ne parlo in un altro post, a In onda di Porro e Telese su La7 , si ragiona su questo: Scalfaro, conservatore o innovatore?