Magazine Cultura

Perchè prego

Creato il 30 luglio 2010 da Dallomoantonella

   Perchè prego

 

 

 

 

Lamento per la distruzione di Gerusalemme

Salmo. Di Asaf.

 

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.

 

Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,

perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Perché le genti dovrebbero dire:
“Dov’è il loro Dio?”.
Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro,
l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.

 

 

Ciao, amici carissimi.

Oggi ho voluto riportare un salmo dalla Bibbia, una’antica  preghiera ebrea.

Siete scandalizzati? siete inorriditi dalla sua inattualità e dalla sua  incomprensibilità?

Non scandalizzatevi, non inorridite (ben altri sono gli scandali e gli orrori); anzi,  pregare è ancora un gesto naturale e pulito che ci rende la nostra dimensione di uomini.

Pregare è un gesto semplice ed umile, dignitoso, intelligente, razionale e irrazionale nello stesso tempo, comunque sia, immortale perchè senza tempo.

Sui contenuti si può discutere fino alla fine del tempo,  ogni fedele esprime le proprie preghiere, si rivolge al proprio Dio o alla propria idea di Bene,  non è di questo che intendo discutere.  Sulla tragicità stessa del salmo, anche qui potremmo discutere  per intere notti e per interi giorni,  potremmo trovare alcune espressioni persino sconvenienti  ed equivoche…ma non voglio puntare l’attenzione  nemmeno  sul contenuto  della preghiera specifica.

Intendo invece  volgere lo sguardo  solo  sulla pratica  della preghiera,  pratica che sopravvive degnamente  nel mondo  solo grazie ai religiosi, alle monache, ai monaci, agli asceti; ma sopravvive anche forse  indegnamente grazie alle persone normali, come noi, persone secolari, che vivono nel mondo e che  non per questo la disconoscono.

E’   comprensibile  la ragione  del perché  questa pratica sia caduta da tempo in disgrazia;  nel passato pregava l’ignorante, pregava il miserabile, pregava il nobile  comunque  afflitto da   gravi  preoccupazioni, e la preghiera  era l’atto normale  della vita  quotidiana.

Nel presente   non è detto che l’ignorante ed il miserabile  preghino, anzi,  il mondo  tecnologico   ha insegnato  loro  che pregare non serve, è un gesto puerile e insensato, superstizioso,  di chi si attende da un’entità  inesistente un intervento che dipende   solo dalla nostra    stessa volontà.   Nel frattempo l’ignorante è diventato  sempre meno ignaro, il miserabile sempre meno sprovveduto  e preda  delle angherie  del più forte…quindi  alla preghiera è subentrata  una forma diretta e consapevole  di difesa dei propri  diritti, e sen non di difesa,  di reclamo degli stessi.

Il nobile  aristocratico è stato sostituito  dal ricco borghese  che  un giorno si accorge come il suo antenato   che il potere dei soldi ha un limite,  ha un potere  contenuto  e non infinito;  da qui  la paradossale conseguenza che mentre il miserabile  per lo più non prega più, il  ricco  continua a pregare quando  si trova di fronte al limite  oggettivo  delle sue possibilità.

La fede antica  sembra essere rimasta  un lusso dei privilegiati e dei puri.

Per non parlare della grave crisi che sta attraversando il mondo della Chiesa,  crisi di immagine, di credibilità,  di  forza  persuasiva,  di coinvolgimento delle genti;  solo i santi, quelli veri,  i comportamenti  eroici  degli  uomini giusti   perchè seriamente  innamorati della persona di Gesù, come della persona del divino,  possono di fatto ancora oggi come ieri  fare accorrere in massa le folle  assetate di verità, di bontà, di esempi positivi.

Nel ’900  abbiamo avuto l’esempio  di Pio da Pietralcina  e di Teresa di Calcutta, solo per citare i due più famosi ed acclamati.  Per   l’800  si potrebbe parlare di ……….; per il ’700  dovremmo nominare……………………; per il ‘ 500 sarebbe la volta di ……………  ;  la lista  potrebbe continuare   a dismisura,  soprattutto  se dovessimo prendere in considerazione  i beati, le persone pie  che non sono mai diventate famose ma hanno di fatto condotto una vita esemplare  perchè impostata alla giustizia e all’amore del   prossimo.

Questo discorso sta diventando   antipatico:   saremmo qui a parlare delle persone  perfette o che si sono molto avvicinate  alla perfezione come se non facessero parte della vita reale,  quando  vorrei proprio arrivare a trasmettere   l’idea esattamente contraria.  Allora abbandono il passato e mi concentro  solo sul presente.

Se volessi raccontare   a qualcuno di qualcosa  di molto positivo  che sta accadendo oggi o che accadrà forse domani, cosa potrei  dire?

Per esempio   di tutte quelle varie persone  che con dignità   cercano di assistere  i loro  malati;  di tutte quelle persone che fanno volontariato in un modo autenticamente  altruistico;  di tutte quelle persone che si rispettano  e non si fanno torti  vergognosi. Per esempio di tutte quelle persone oneste  che lavorano senza frodare;  di tutte quelle   persone che cercano di riscattarsi  da un passato  infelice e sfortunato;   di tutte quelle persone  che  non donano al prossimo il loro superfluo  ma le loro migliori energie…

Mi verrebbe da concludere che i  veri  santi sono loro,  sono tutte quelle persone appena ora descritte  le vere designate     che ancora sanno pregare e che comunque  concepiscono l’atto di preghiera come qualcosa di pratico e concreto e non di  sporadico  e teorico.

Nel silenzio della nostra stanza,  nel silenzio del nostro cuore  rimane una preghiera  sconosciuta,  ancora da pronunciare a chiare lettere,  quella  ancora da decifrare, quella ancora da  vedere realizzata,  ma intanto la vita procede a piccoli passi,  ci si arrangia come si può, si fanno i salti mortali per  nascondere  agli occhi indiscreti  il nostro lato  fideistico ossia intimo,   sentendosi forse  come  esseri fuori catalogo,  superati…ma si tira dritto,  senza vergogna, senza ripensamenti.

Io sono un uomo moderno,  lascio la libertà a tutti di fare quello che credono,  non mi scandalizzo di  chi  sceglie  di  fare di sè stesso (e dunque a danno solo  di se stesso)  quello che crede, mi  basta il mio problema, non ho nè il tempo nè la forza nè il diritto  di giudicare  chichessia,  ma  per carità,  pretendo lo stesso comportamento nei miei riguardi.

Ama  e fa quel che vuoi   era il motto di S. Agostino ed è anche il mio motto.

Io amo, amo chiunque ho scelto d’amare,  nella forma che mi è concessa   perchè rispetto le regole.

L’amore mi rende libero,  le regole  mi  rendono  giusto.

Senza libertà  sarei  un essere   disperato,  senza giustizia  sarei un criminale.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine