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“Perché questa volta non si tratta solo di cambiare un presidente”

Creato il 16 marzo 2013 da Pinaimperato

Che settimana tempestosa sta per chiudersi! Pioggia e grandine  son venute giù  senza tregua finché, alle Idi di Marzo, dal cielo si è scatenata una vera e propria tormenta di vento e di neve sull'Italia.  Vento e neve rigeneratori! Infradiciati ed infangati, con gli occhi all'insù si attendeva un raggio di sole. Sotto grandine e pioggia, a metà settimana, l'annuncio dell'elezione del nuovo Papa, che si è scelto il nome del “poverello” della “perfetta letizia”, è stato salutato come il segno di un cielo  sconfinato e imprevedibile.  Che bello affidarsi all'imprevisto proprio quando tutto viene anticipato col calcolo dei pronostici! Si consideri quanto siamo appestati e incarcerati dalle previsioni di ogni tipo! Perciò, quando la Storia, come il cielo, sorprende e si fa beffe degli aruspici, nasce dal cuore un canto di esultanza, un canto che risveglia le speranze tramortite. La creatura umana ha bisogno di speranza quanto di pane. La speranza è buona come il pane. È una fragranza che invade tutto l'essere. E da dove sorge la speranza? Dalla semplicità della parola autentica. La parola autentica non si può spiegare. È talmente semplice che la si assapora come si fa col pane. E si sente subito che sa di buono e che, come il pane, sfama più di ogni prelibatezza. Questa parola è in comunicazione con la vita e, perciò, è parola di vita. Ma non è parola straordinaria. È  ordinaria, come la vita semplice. Gli orpelli fatui soffocano la vita e la parola. La parola è di carne e di sangue, sente ed esprime la vita.  Si perde l'uso di questa parola quando si smarrisce la coscienza della fragilità. È la coscienza del limite il carattere distintivo degli uomini. Da questa coscienza nascono le opere più belle, e il senso della semplicità della vita riversata nella parola autentica.Perciò, oggi, ascoltando il discorso di Laura Boldrini, neoeletta Presidente della Camera dei Deputati, come tanti ho colto la semplicità e la verità sulle quali si può rifondare la speranza e l'azione di tutto il popolo italiano. Chi ha vissuto l'esperienza dei miseri, dei profughi, di qualsiasi uomo segnato dalla sventura, sente e dice che la politica è la casa comune nella quale ogni cittadino gode dei diritti umani inalienabili, a partire da quello di cittadinanza. Per comprendere queste verità così semplici ci si deve sentire come i miseri e gli ultimi, senza  temere di perdere posizioni e privilegi. La paura del movimento genera odio e guerra. E il nostro mondo, oggi, si muove e cambia in fretta. Proprio come il cielo. Non c'è nulla di eterno e di immutabile sotto il sole, è vero. E tuttavia, che ogni creatura dell'universo è soggetta a caduta, sofferenza, morte, è una verità assoluta. Ebbene, se si è vissuto l'attimo della tragedia che sovrasta,  se si è patito lo sgomento dell'impotenza nella sventura, si comprende e si diventa parola autentica. E allora, peregrinando su questa terra, finché si avrà respiro, sarà impossibile diventare egoisti o arroganti se si custodisce la coscienza della fragilità e la parola che ne scaturisce. Certo, non si riuscirà a mantenere costante la fiducia e la speranza, ma, sulle labbra  che hanno conosciuto la sventura non fioriranno giammai parole finte o arroganti. Semmai, si ricadrà nel silenzio o nel grido davanti alle ingiustizie perpetrate sui deboli, davanti all'arroganza dei corrotti o alle lucide quanto inutili disamine dei cinici dotti, e dei professori, tecnici senza cuore.Ma ora è  tempo di speranza. Si può intonare il ritornello di una canzone della  verde età.  
Perché questa volta non si tratta 
solo di cambiare un presidente.
Perché questa volta sarà il popolo
a costruire un'Italia ben differente”.

  
      
      
      
      
      
	   
	  

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