Partiamo da un presupposto. Atac è destinata al fallimento se non deciderà, un bel giorno, di far pagare il biglietto alle persone che utilizzano il servizio. Atac ha 100 milioni di euro di deficit annuo circa, e 120 milioni di euro di evasione stimata. Ne deriva che facendo pagare a tutti Atac potrebbe essere una azienda in salute, capace magari di erogare un servizio di qualità per gli utenti.
Per far pagare il servizio, fermo restando che sulla metro ci si sta provando - male - da qualche anno e i tassi di evasione sono più contenuti, resta la grande sfida dei bus. In tutta Europa - il problema dell'evasione non è di certo solo romano o italiano, ma solo da noi si considera come fatto ineluttabile contro il quale non si può combattere - hanno preso per le corna il toro e hanno cambiato le abitudini dei cittadini: dai bus si entra solo da davanti e si paga sotto gli occhi vigili dell'autista che, pur non essendo un controllore, ha modo riprendere gli eventuali evasori e di non ripartire con la corsa se tutte le persone entrate nel bus non hanno pagare. Succede così in tutto il mondo.Per facilitare questo processo tutte le aziende di servizi di trasporto pubblico in occidente (qui sopra abbiamo Parigi, Madrid, New York, Londra) si sono dotate via via di mezzi a due porte. Più facili da gestire. Da una parte si entra, dall'altra si esce. Così l'evasore è molto, ma molto, sotto gli occhi di tutti: perché o entra e, mentre tutti pagano, lui evade (e la cosa viene notata), oppure entra laddove tutti escono (e la cosa viene notata). Insomma si mette a disagio l'incivile, non gli si rende la vita facile. In molte realtà, come New York, la porta di uscita non si apre con un servomeccanismo, ma solo ed esclusivamente a spinta dall'interno e poi, a molla, si richiude.
A Roma, ovviamente, i bus sono a tre porte. A prova di cittadino onesto. A disposizione dell'evasore in tutto e per tutto. La cosa grave però non è sbagliare, che è umano, ma perseverare, che è diabolico. Proprio in questi giorni la gara per 700 nuovi bus per Atac è andata per fortuna deserta. Pare che si fosse in qualche maniera affacciata solo la Daimler Benz con il Conecto, un mezzo che ha avuto un qualche successo nell'Europa dell'Est (non a caso) e che, ovviamente, ha tre porte. Fatto per quei paesi dove si è rinunciato in partenza a far rispettare le regole e dove il trasporto pubblico è scambiato come una specie di servizio sociale per furbi e scrocconi. Per fortuna la gara sarebbe stata annullata e ora il neo assessore Stefano Esposito ha modo di riscriverne una nuova. Vigileremo sul sito dell'Atac appena l'incanto verrà pubblicato perché le intenzioni dell'amministrazione si vedranno da lì: si vorrà cambiare o si vorrà continuare come sempre? Si ordineranno mezzi adatti a un controllo dei biglietti da parte dell'autista oppure si continuerà con l'anarchia magari puntando su soluzioni folkloristiche come il bigliettaio o su controllori mandati allo sbaraglio a pigliare ceffoni da incivili che qualcuno ha liberamente lasciato salire sul bus mettendo a rischio personale, turisti, viaggiatori, pendolari? Tutto il mondo ci insegna che evasori e farabutti proprio non vanno fatti salire, a monte. E lo si fa, con più efficacia, con mezzi a due porte come accade dovunque. E' vero che ad oggi ancora non esiste un accordo sindacale che obblighi gli autisti (ne ricaverebbero uno stipendio assai più alto, imbecilli!) a controllare i biglietti, è vero che esistono ridicole leggende metropolitane che considerano questa modalità come elemento di troppo rallentamento delle fermate (ma basta diminuire il numero di fermate, oggi ridicolmente fitte, e poi le folle che salgono sono folle perché infarcite da una percentuale mostruosa di scrocconi; e poi basta obbligare tutti ad utilizzare un titolo di viaggio elettronico a sfioramento, tra qualche giorno pubblicheremo un video eloquente riguardante Istanbul), ma quando tutte queste superstizioni si risolveranno sarebbe opportuno avere mezzi adatti a far partire il nuovo ciclo, quindi è il caso di ordinarli fin da ora non facendosi trovare impreparati. Ovviamente, a tal fine, il nuovo bando per i nuovi 700 bus dovrà prevedere anche telecamere a bordo (puntate in faccia ai viaggiatori, vedasi cosa succede a Londra) e cabine sicure per gli autisti in vista dei loro nuovi compiti, in linea con quanto accade in tutto il mondo.
Questo se si vogliono sistemare le cose, poi se si vuole continuare a lisciare il pelo agli incivili (d'altro canto il voto di un incivile vale quanto il voto di una persona per bene, che anzi, disgustata, magari a votare no ci va da anni come riportano i dati) facendo pagare il conto a tutti, lo si dica chiaro.