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Perchè scriviamo?

Creato il 05 novembre 2011 da Mapo
Qualche anno fa, come molti altri che leggono, frequentavo il liceo. Il terzo anno, in particolare.L'estate si era appena conclusa, lasciandosi alle spalle la solita malinconia delle vacanze che finiscono, dei lunghi pomeriggi di sole che presto sarebbero diventati un vago ricordo. Accadeva, mi sembra di ricordare, ancora un po' scivolando, dolcemente, alla fine di agosto, con il ritorno sui banchi di scuola, e non ai primi di novembre, con il terremoto bagnato di decine di alluvioni.Passando dal biennio al triennio cambiavamo edificio della scuola, oltre che la maggior parte dei professori, forse tutti. Tra questi anche quello di italiano.In una delle prime lezioni dell'anno, dopo il rituale delle presentazioni e la solita limpida diffidenza iniziale, ci venne fatta una domanda precisa. Ancora non lo sapevo, ma quell'interrogativo, negli anni a venire, sarebbe tornato a bussare alla porta dei miei pensieri decine di volte, trovando via via risposte diverse e, spesso, poco soddisfacenti. Porre una tale questione, a pensarci bene, era quantomeno opportuno. Anzi, all'inizio di un lungo viaggio nella letteratura italiana da Dante sino ai giorni nostri ed oltre, appariva addirittura doveroso. La domanda, pur nella sua semplicità, era la seguente:
Perchè si scrive?
Perchè centinaia, migliaia di scrittori, autori più o meno titolati, gente comune, nella storia del nostro paese (e non solo) si sono cimentate nei secoli a mettere nero su bianco i pensierì più vari e astrusi, le riflessioni e le storie più improbabili che siano mai state inventate o raccontate. Le fiabe, i racconti, le poesie, i saggi, gli articoli, le canzoni, i poemi. Perchè? Che senso hanno milioni di volumi, pagine su pagine scritte nel silenzio di uno studio o con il proprio sangue ad inchiostro dietro le sbarre di una prigione? Miliardi di parole, una in fila all'altra nelle più svariate combinazioni possibili. Lettera dopo lettera. Capitolo dopo capitolo, senza fine. Romanzi, saggi, giornali e, ora, persino blog. Senza mai rispondere a quella domanda, apparentemente così innocua. Perchè?
Alessandro Baricco, caro prof, qualche giorno fa a Che tempo Che Fa (poco dopo essersi incensato come suo solito presentando il suo ultimo libro), prova a risponderci.

Scriviamo per scegliere quanto di più caro c'è nell'universo, e di più caro c'è nel nostro cuore. 

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