Foto di Jaime González
PERCHÉ SCRIVO? – La rubrica dedicata ai perché della scrittura
Jorge Luis Borges
Si legge quello che piace leggere ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere bensì quello che si è capaci di scrivere…
Che cosa significa per me essere uno scrittore? Semplicemente essere fedele alla mia immaginazione. Quando scrivo qualcosa ci penso non in termini di fedeltà ai fatti (il fatto è solo una rete di circostanze e di casualità) ma in termini di fedeltà a qualcosa di più profondo. Quando scrivo un racconto lo faccio perché in qualche modo ci credo, non come chi crede semplicemente nella storia, ma come chi crede in un sogno o in un’idea…
Quando scrivo, cerco di essere leale col sogno, non con le circostanze..Tento semplicemente di comunicare qual è il sogno e se è un sogno offuscato non provo ad abbellirlo, e neppure a capirlo..
..Se dovessi dare un consiglio agli scrittori (e non credo ne abbiano bisogno perché ognuno deve scoprire le cose da sé) direi semplicemente questo: che lavorino il meno possibile alle loro opere. Non credo che cincischiare serva a qualcosa. Viene il momento in cui si scopre quello che si può fare, in cui si trova la propria voce naturale, il proprio ritmo…
..Quando scrivo non penso al lettore (perché il lettore è un personaggio immaginario) e neppure a me stesso (forse io stesso sono un personaggio immaginario) ma penso a quello che cerco di comunicare e faccio del mio meglio per non rovinarlo.Quando ero giovane credevo nell’espressione..Volevo esprimere tutto..Adesso sono arrivato alla conclusione (che può sembrare triste) che non credo più nell’espressione: credo solo nell’allusione.
Estratto da L’invenzione della poesia – Le lezioni americane, Mondadori, 2001.