Perché serve un nuovo soggetto politico per l'alternativa
Creato il 08 aprile 2012 da VeritaedemocraziaHa ricevuto non poche critiche, in quella stessa area – politica, culturale, sociale – a cui si rivolge, il Manifesto per un Nuovo Soggetto Politico, l'appello per l'avvio di un percorso, partecipato e condiviso dal basso, per dare rappresentanza a chi ritiene improcrastinabile la nascita di un'alternativa politica alla dittatura neoliberista, espressa in Italia dal governo Monti, ed alla degenerazione partitocratica che coinvolge anche tutti i partiti della sinistra o sedicente tale. C'è chi ha rimproverato l'assenza delle categorie interpretative e degli strumenti di analisi utilizzati dall'ideologia marxista, chi la critica alla forma partito indicata invece dalla Costituzione quale via fondamentale attraverso la quale i cittadini partecipano alla vita politica, chi l'eccessiva enfasi sul tema della rappresentanza anziché riconoscere la necessità del conflitto e/o prospettare soluzioni di democrazia diretta, chi il mancato esplicito appello ai partiti di opposizione alla sinistra del PD per la costituzione di una forza unitaria radicale, chi la presenza tra i firmatari del Manifesto di professionisti della politica in cerca di una nuova poltrona, c'è chi ironizza sull'ennesimo appello dei soliti intellettuali privo di un effettivo riscontro popolare, chi lamenta il carattere di iniziativa calata dall'alto anziché autogeneratasi dal basso. Di fatto questa proposta non ha fin qui ricevuto l'interesse e l'adesione che mi sarei aspettato (ma avendo da sempre auspicato un'iniziativa di questo tipo ammetto di non essere sereno nei miei giudizi). In ogni caso, a mio avviso, ha ricevuto critiche e diffidenze non giustificate.
Per prima cosa, il percorso che viene prospettato per la formazione di un nuovo soggetto politico di alternativa radicale al sistema politico, sociale, economico dominante, è talmente aperto, inclusivo, privo della pretesa di esclusività di appartenenze, non preordinato in schemi definiti a priori, che gran parte delle critiche appaiono il frutto di malintesi o di prevenzione. Sostanzialmente, nel quadro di alcune parole d'ordine che chi è dalla nostra parte non può non condividere (Democrazia – lavoro – beni comuni – partecipazione- rottura con il neoliberismo), quello che si ripropone è il modello vincente, trasversale e non ideologizzato, del Forum per l'Acqua Pubblica. Le forme e i contenuti di questo soggetto politico appaiono tutti da definire e si comporranno attraverso l'interazione e la discussione tra élites e cittadini. In secondo luogo, basta guardare alla situazione italiana per convenire sul carattere improcrastinabile di un'iniziativa politica che vada nel senso indicato dal Manifesto. Il dopo Berlusconi, come i più avveduti e consapevoli avevano previsto, è andato nel senso di un violento e inesorabile rafforzamento delle politiche neoliberiste senza in alcun modo scalfire le deviazioni criminali e partitocratiche del sistema italiano (perché quest'ultima è la condizione indispensabile per l'attuale governo per godere di una maggioranza parlamentare). Nel contempo l'opposizione radicale, pur rappresentando una parte non marginale del Paese, è frammentata, inadeguata, priva di un progetto unitario e condiviso, paralizzata dai personalismi dei suoi capi e capetti. La realtà di questa area è costituita dalla Federazione della Sinistra con un consenso stimato tra l'1 e il 2 per cento, con i verdi allo zero virgola, Grillo per la sua strada, tre o quattro partiti comunisti intransigenti, i movimenti in ordine sparso ciascuno geloso della propria identità, IDV e SEL che avevano puntato tutto sull'alleanza con il PD e che ora, con la progettata riforma elettorale di Alfano-Casini-Bersani, dovranno rinunciare ai propri sogni di risultare determinanti in una futura alleanza elettorale (o addirittura a prenderne la guida attraverso le primarie) e rassegnarsi ad un ruolo politicamente ininfluente che produrrà al massimo qualche scranno parlamentare. Si tratta di forze politiche che personalmente non demonizzo, a ciascuna delle quali è possibile riconoscere qualche merito e pregio ma i cui limiti (di strategia, di linguaggio, di coerenza nelle proposte o di degenerazione leaderistica) sono evidenti. In assenza di un progetto unitario che riesca ad utilizzare e canalizzare quel poco o tanto di buono che esse esprimono dovremo rassegnarci, come cittadini e come lavoratori,alle politiche di macelleria sociale del governo Monti che passano con il beneplacito di PD e CGIL ed alla futura normalizzazione politica che vorrebbero imporci Bersani, D'Alema, Casini, Fini e Berlusconi. Da ultimo infine, vi sono tra i proponenti del Manifesto personalità di tale valore intellettuale, autentici punti di riferimento per chi anela ad un mondo e ad una società italiana diverse, e di tale probità al di sopra di ogni sospetto che ciò dovrebbe di per sé indurre alla fiducia e all'attenzione. E' evidente d'altronde che senza un coinvolgimento e un impegno diretto di grandi soggetti collettivi, penso anzitutto alla FIOM, che per seguito e prestigio possano spingere alla partecipazione importanti masse popolari sarà difficile che il progetto di un Nuovo Soggetto Politico potrà rappresentare qualcosa di diverso da un Libro dei Sogni.
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