Tutti i giorni utilizziamo delle connessioni senza fili per collegare i nostri pc alla rete o anche per collegare tra loro computer, lettori mp3, smartphone, ecc. Uno degli standard di trasmissione dati piu’ conosciuto e’ senza dubbio il bluetooth. Come sapete bene, questo protocollo nasce appunto per mettere in comunicazione dispositivi diversi e permettere lo scambio di dati senza dover ricorrere a cavi di collegamento.
La domanda semplice che mi sono posto e’: perche’ si chiama bluetooth? Letteralmente, dall’inglese, la traduzione sarebbe “Dente Blu”. Ma che significa?
In realta’, l’origine di questo nome e’ alquanto interessante e merita di essere approfondita. Se volete, apriamo in questo post una piccola perentesi curiosita’, cosi’ come abbiamo fatto parlando del funzionamento della moca:
Ma torniamo al bluetooth. Perche’ si chiama in questo modo?
La specifica Bluetooth e’ stata introdotta dalla Ericsson ed in seguito migliorata e ottimizzata dalla Bluetooth Special Interest Group. Il nome in realta’ e’ ispirato a Aroldo I re di Danimarca che regno’ tra il 901 e il 985. Al tempo della sua elezione a sovrano, il regno comprendeva soltanto la penisola dello Jutland, ma il risultato piu’ importante raggiunto nel corso del tempo fu appunto quello di unificare sotto il suo regno le popolazioni scandinave profondamente diverse da quelle danesi.
Il logo del Bluetooth
Re Aroldo I riusci’ ad unificare le popolazioni scandinave sia sotto il profilo politico che religioso. Quest’utlimo aspetto in particolare fu reso possibile grazie alla sua conversione e all’introduzione nella regione del cristianesimo.
Fin qui tutto chiaro, ma che c’entra Aroldo I con il bluetooth?
Il soprannome del sovranno era Harald Blåtand, cioe’, dal danese, Aroldo dente blu, da Blå, blu e tand, dente. Ora, esistono diverse versioni per l’origine di questo soprannome. La prima e’ che Aroldo era scuro di carnaggione e di capelli e questo lo faceva risaltare in mezzo ai danesi notoriamente alti, biondi e dalla carnaggione chiara. Alcune cronache del tempo, parlano dunque dell’aspetto del re come un dente blu in mezzo a quelli bianchissimi che erano gli altri danesi. Questa e’ in realta’, secondo le cronache, ma anche secondo la mia opinione, l’ipotesi piu’ azzardata.
Le altre motivazioni per il soprannome di Aroldo sono molto piu’ affascianti. La prima e’ che, cosi’ come era solito fare da quelle popolazioni, anche il re prima di una battaglia si dipingeva i denti. In questo caso, il colore scelto da Aroldo doveva proprio essere il blu.
Un’altra ipotesi ancora piu’ carina e’ che Aroldo avesse i denti blu a causa della sua golosita’ per i mirtilli. Stando a quanto riportato in alcuni testi, il re era golosissimo di questo frutto, al punto da avere sempre una colorazione bluastra dei denti.
A parte l’origine storica del soprannome, perche’ e’ stato scelto come riferimento per lo standard di comunicazione proprio Aroldo Bluetooth?
Come detto in precedenza, lo standard venne pensato per poter connettere dispositivi anche molto diversi tra loro, a breve distanza e sfruttando connessioni radio protette. Proprio nel fatto di poter collegare dispositivi diversi, si ha il riferimento a Aroldo I. Come detto, questo re riusci’ nell’arduo compito di unire sotto un unico regno le popolazioni scandinave profondamente diverse tra loro sia dal punto di vista sociale che strutturale. Allo stesso modo, il collegamento Bluetooth consente di collegare dispositivi elettronici con funzioni completamente diverse (stampanti, tastiere, telefoni, fax, ecc).
Ultima curiosita’, il simbolo, riportato prima ma che tutti conosciamo, del bluetooth ha anche un chiaro riferimento ad Aroldo I. Questo logo e’ ottenuto mettendo vicino due simboli delle rune nordiche: haglaz
Concludendo, abbiamo dunque risposto a questa piccola curiosita’. Ora, ogni volta che utilizzerete questo protocollo per connettere i vostri dispositivi, saprete l’origine del suo curioso nome.