Per quanto mi riguarda il risultato è riuscito, specialmente per via della parte centrale dell'opera che tra le varie indagini e l'immane ambiguità dei personaggi sviluppa un'interessante effetto domino e concatenazione di eventi davvero notevole. Interessante poi è anche il discorso, relativamente marginale, che Damiani fa sui media ed in particolar modo sul cinema (sociale), come un mezzo che cerca di raccontare la realtà attraverso la finzione.
Perché si uccide un magistrato è un film figlio del suo tempo che comunque può essere facilmente attualizzato e trasposto ai giorni nostri, perché alla fine non è cambiato un bel niente e se l'hanno fatto sono solo peggiorate. La regia di Damiani non è di particolar rilievo ma è comunque stata eseguita con mestiere. Bravi nelle loro parti Franco Nero, Tano Cimarosa e Renzo Palmer, facce usuali del b-movie italiota e non solo.
Anche se in molti non hanno apprezzato il finale a me è risultato funzionale e beffardo, ma ci sta che qualcuno possa non averlo apprezzato.
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