Magazine Diario personale

Perché siamo così rassegnati

Da Funicelli
Perché siamo così rassegnati
Ieri sera sul treno che mi riportava a casa (col ritardo che vedete nella foto), mi sono seduto accanto ad una signora che per la prima volta prendeva il treno per andare a Milano.
Proprio nei giorni dei problemi sui binari: era abbastanza allibita dal comportamento delle persone "voi siete troppo educati .. ma come fate a essere così rassegnati?" - si chiedeva.
Solo chi non prende abitualmente il treno può fare domande così.
Chi invece è pendolare abituale, si rassegna alla sporcizia, alle porte guaste, al riscaldamento che non funziona, ai ritardi e anche alle soppressioni (che si veirficano in verità raramente, almeno sulla mia linea).
Che fare d'altronde? I reclami? Già fatto. Inutili.
Parlarne sui giornali? Le prime pagine dei quotidiani online milanesi sono dedicate ai disagi. Ma passati questi giorni, tutti si dimenticheranno dei nostri problemi.
Fare una class action, come propone Codacons? Andrebbe per le lunghe, senza la certezza di ottenere nulla.
Occupare i binari e fare chiasso? Poi si passa dal torto, e si rischia di essere indagati per interruzione di pubblico servizio.
L'unica cosa da fare è fare pressioni in regione affinché costringa Trenord a rispettare il contratto di servizio.
Ma cosa c'è scritto nel contratto?
E poi, credo che in regione sappiamo cosa sta succedendo sui treni regionali. Visto che uno come Biesuz (formigoniano e vicino a Dell'Utri) l'hanno scelto proprio loro.
Bisognerebbe ricordarsi di questi disagi, quando si andrà al voto.
Vero, ma come gestiranno i candidati alle primarie del centrosinistra i rapporti con Cl? Resisteranno al canto delle sirene?

Alla fine uno si rassegna per forza, visto che le istituzioni, l'interlocutore del cittadino, risponde ai suoi problemi.

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