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Perché sta tornando l’imperialismo

Creato il 24 agosto 2013 da Informazionescorretta

di Gianni Cipriani – www.globalist.it -

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Mettiamo alcuni episodi in ordine:
gli Stati Uniti, con l’aiuto-complicità dei paesi amici o alleati, mettono sotto controllo le comunicazioni su scala planetaria. Sicuramente nell’ambito di una guerra spionistica digitale principalmente contro Russia e Cina, ma certamente senza alcun rispetto del diritto internazionale e di molti trattati;

L’aereo presidenziale con a bordo il leader della Bolivia, Evo Morales – capo di uno stato sovrano – viene costretto ad atterrare a Vienna e sottoposto ad una umiliante ispezione, perché si sospettava potesse portare a bordo Edward Snowden, la talpa del Datagate.
Su richiesta degli Stati Uniti la Francia del socialista Hollande chiude lo spazio aereo al velivolo, seguito da Spagna, Portogallo e da una – perdonate il termine – appecoronata Italia, il cui servilismo atlantico è come il riflesso di Pavlov. (La Bonino si giustificherà dicendo che si trattava di una misura tecnica, salvo poi dover chiedere scusa alla Bolivia).

Le autorità britanniche costringono i responsabili del Guardian a distruggere i files secretati forniti da Edward Snowden sul programma di sorveglianza e intercettazione Prism.

David Miranda, innocuo cittadino brasiliano che ha la sola colpa di essere il fidanzato di Glenn Greenwald, ossia il giornalista che per primo ha pubblicato gli articoli sul Datagate, fermato dalla polizia inglese sulla base di una legge anti-terrorismo del 2000, interrogato e minacciato per nove ore, trattato come un criminale. Abuso totale di potere, come hanno detto i suoi legali.

Sono quattro episodi messi in fila. Non una teoria politica. Quattro episodi che dimostrano come chi sta illegalmente intercettando mezzo mondo voglia, nello stesso tempo, mettere il bavaglio a quella parte di mondo che denuncia; intimidire quella parte del mondo che si mobilita contro queste violazioni. Senza considerare – le cover actions sono segrete per definizione – eventuali malori, infarti, sparizioni, fughe d’amore, incidenti stradali e suicidi che scorrono senza lasciare traccia come l’acqua di un fiume.

Per carità, non mi parlate della minaccia del terrorismo, della jihad, di Bin Laden, perché è dal 2001 – dalla guerra preventiva alla guerra al terrorismo di Bush – che queste politiche si sono rivelate fallimentari, hanno provocato danni superiori al male che sostenevano di voler guarire, hanno lasciato in eredità diritti umani violati, cadaveri, orfani, mutilati e una destabilizzazione delle aree che avrebbero dovuto bonificare, come anche la cronaca di questi giorni sta dimostrando.

Ma soprattutto mi preoccupa che di fronte a queste manifestazioni di vero e proprio imperialismo – perché tali sono queste politiche nonostante il termine possa apparire arcaico – ci sia un sostanziale silenzio. C’è la crisi, verissimo. C’è la farsa Berlusconi, verissimo. Ma – salvo lodevoli eccezioni, ma pur sempre eccezioni – ci fosse una voce che denuncia questa deriva da legge del più forte. Silenzio.

Perché chiedere conto alla Bonino dell’aereo di Morales visto che dobbiamo discutere di “porcellum”; perché indignarsi con quello che accade nella democraticissima Londra; perché chiedersi come, quanto e perché queste politiche invasive della privacy riguardino direttamente tutti noi cittadini (anche italiani) nonostante non siamo terroristi di Al Qaeda.

Perché accettare silenziosi e proni politiche, decisioni e azioni che fanno a pugni con qualsiasi idea di un diritto internazionale realmente equanime e giusto? Perché? Certo, ragionare di Nsa, Datagate, di rapporti tra stati è più complicato di un bel vaffanculo al primo che passa o di una pernacchia a Giovanardi o a chi ci sta antipatico. Ma lo sforzo della comprensione della complessità è necessario.

So bene, tra l’altro, che la parola imperialismo appartiene a una stagione che tanti pensano archiviata da tempo. E so bene che posso essere accusato di essere un “vetero”, soprattutto in una stagione in cui la moda del “nuovismo” nasconde il vuoto del pensiero. Ma quando ci sono nazioni che usano la loro forza per imporre la loro legge al mondo che temine vogliamo usare? Diversamente pace? Democrazia asimmetrica? Accetto consigli. Nel frattempo uso le mie categorie: imperialismo. A voi va bene questa deriva? A me no. Sono contro il terrorismo (e ci mancherebbe) ma sono anche contro il terrorismo di Stato e contro le politiche autoritarie che corrodono la democrazia e negano i diritti umani.


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