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Perchè tanto dolore?

Da Renzo Zambello

Perchè tanto dolore?Buongiorno, vorrei esporre una domanda per capire di più questa maledetta sensibilità …..dico maledetta perchè mi fa stare malissimo. E nello specifico soffro di eccessiva sensibilità nei confronti di notizie e immagini che riguardano gli animali, specificatamente i cani. Vorrei sapere se è normale che io non riesca più a sentire un telegiornale per paura che ci siano notizie che mi fanno stare male, le porto un esempio: a parte non riuscire a guardare “striscia la notizia” quando fanno la rubrica sugli animali che denunciano il trasporto e la vendida dei cagnolini dall’est e i maltrattamenti e le condizioni disumane in cui vengono tenuti gli animali, la mia paura si estende anche ai giornali o ad internet dove si possono trovare immagini forti e crude o notizie tremende su persone che maltrattano gli animali (come l’ultimo cane sotterrato vivo che poi è stato salvato). Io non reggo più tutto questo, ma soprattutto mi sta venendo una sorta di fobia le spiego, durante i giorni dell’alluvione a Genova o l’ultima a Messina, quando ai tg fanno vedere quelle immagini dell’acqua e fango che spazzano via tutto, io devo girare la testa perchè quello che la mia mente mi porta a pensare è che ci sarà stato qualche animale (cane, gatto ) che sarà stato travolto dalla piena e sarà morto, e magari le telecamere che riprendevano il disatro o la gente che filmava col telefonino me lo mostrano mentre arranca……ecco io sto male…..sto davvero male…ma così tanto da non riuscire più a non pensarci, mi diventa un pensiero fisso, una presenza costante nella mente e mi distrugge. Sta diventando davvero un problema perchè poi la mia tendenza è quella di domandarmi come possano esserci certe cattive persone, come possano succedere certe cose, perchè non si possa fare nulla riguardo a certe violenze, di conseguenza ci penso ancora di più e sto male, ansia allo stomaco, respiro affannoso, e tristezza, tremenda tristezza. Mi aiuti con qualche parola: come faccio a far tornare la mia sensibilità verso gli animali nella giusta dimensione e non un’ossessiva compulsione? Dottore quello che mi fa più male è questo pensiero che ormai è diventato fissazione: se un uomo alza una braccio per colpire un’altro uomo o anche un bambino, questi ultimi sanno a cosa stanno andando incontro, la loro mente elebora ciò, ma se alza il braccio per colpire un cane, quest’ultimo non è consapevole di ciò che gli succederà, anzi penserà ad una carezza magari, ma mai ad un colpo e quindi lo incasserà senza reazione alcuna di difesa perchè per lui non è previsto che gratuitamente si possa colpire. Questo mi fa stare più male che se succedesse ad un essere umano. Grazie. Paola

Risposta del Dott. Zambello

Gent.ma Paola,

sono di ritorno da una visita ad Auschwitz e Birkenau. Una tristezza infinita. La testimonianza di una follia politico-sociale, totale. Eravamo in centinaia dentro quei Blocchi di detenzione ad Auschwitz e in quelle baracche di legno umide di Birkenau ma, c’era un silenzio cupo. La voce rimaneva strozzata dall’emozione. Eppure, mi creda Paola, non un attimo ho pensato, né penso chi stava con me che lì, in quel posto maledetto e sacro, si era concentrata tutta la follia del mondo, lì, casualmente si erano ritrovati tutti i “cattivi” della terra. No, tutti noi capivamo che siamo, possiamo essere, fare quello che è avvenuto lì. Quelle centinaia di migliaia di bambini, donne incinte, vecchi, mandati con l’inganno nelle camere a gas dove morivano soffocati, urlando per un tempo lunghissimo di 15, 20 minuti, non erano più inermi dei suoi gattini e cagnolini. Noi, siamo così: folli e cattivi, diavoli. Però, c’è una parte che non lo è, quella che piange e si commuove.

Se vogliamo salvarci, se vogliamo che non si ripetano queste follie, dobbiamo allearci, far crescere la nostra parte “buona”. E’ questo il compito di noi tutti, sviluppare la nostra parte adulta, allearci con lei, fare scelte personali, politiche, sociali dove questa viene fortificata, valorizzata. Rifiutare, condannare scelte più retrive, di pancia, infantili. Però, mi creda, lo possiamo fare solo nel momento in cui riconosciamo la nostra parte “maligna”, la nostra Ombra direbbe Jung. Fin che ne abbiamo paura, chiudiamo gli occhi o giriamo canale, non cresciamo perché rifiutiamo di riconoscerci

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