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Perché un contenuto diventa virale

Creato il 05 maggio 2014 da Cristinasimone @cristinasimone

Il risultato dell’analisi di 100 milioni di articoli

Contenuti virali immagine foto virale

Una delle immagini più virali del 2013

Da quando esistono i Social Media ci si chiede perché un contenuto diventa virale. Esistono numerosi blog e articoli che ne parlano, ma oggi vi daremo una risposta scientifica di Content Marketing sul perché un contenuto si diffonde sui Social Network.

Quali sono i contenuti più virali?

Che tipi di emozioni vengono maggiormente condivise? Che tipi di contenuti diventano virali con più facilità? I lettori condividono più contenuti corti o lunghi? Esiste una lunghezza ideale? Che differenza fa la presenza di un’immagine? Che impatto ha la presenza anche di un solo influencer? Come possiamo stimolare la condivisione nelle settimane successive alla pubblicazione del nostro contenuto? Esiste un giorno migliore per pubblicare un articolo?

Noah Kagan di OkDork, autore della ricerca che vi presentiamo, ha ottenuto la risposta a queste domande grazie a BuzzSumo, utilissima piattaforma che consente di ottenere dati relativi ai contenuti più condivisi sui Social Media. Noah l’ha utilizzata per analizzare oltre 100 milioni di articoli pubblicati su Internet negli ultimi 8 mesi. Grazie alle statistiche delle condivisioni e all’analisi dei contenuti è riuscito a capire per quale motivo un contentuto diventa virale e viene condiviso più volte sui vari social network.

Naturalmente, il prerequisito perché un contenuto venga condiviso è il fatto che sia di qualità. Su questo non si discute, ma ci sono altri elementi da considerare per aumentarne la diffusione e la condivisione sui Social Media. Ecco la sintesi dello studio per punti, accompagnata da una presentazione Slideshare.

Perché un contenuto diventa virale?

1. Contenuti lunghi vengono più condivisi di quelli brevi

È vero che la maggioranza degli utenti dei Social Media condividono contenuti che fanno ridere, foto di gattini e meme, ma proprio perché il web è ormai saturo di questi c’è meno concorrenza per contenuti approfonditi e di qualità, diciamo per contenuti seri. Una recente ricerca del New York Times ha evidenziato che gli articoli più lunghi vengono maggiormente inviati via email rispetto a quelli brevi.

Consiglio: Puntare ad articoli di almeno 2.000 parole

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2. Le immagini aumentano la condivisione su Facebook

Il livello di condivisione dei post che contiene un’immagine su Facebook è più del doppio rispetto a quelli senza immagine. Inoltre gli articoli che contengono anche i meta-tag per l’anteprima dell’immagine ottengono il triplo delle condivisioni.

Consiglio: Inserire almeno una foto in ogni post e utilizzare i social meta-tag.

3. Le immagini aumentano la condivisione su Twitter

Su Twitter vale lo stesso discorso di Facebook. Nonostante sia nato come piattaforma di microblogging per la condivisione di testuale in meno di 140 caratteri, la presenza di immagini nell’articolo originale stimola una maggiore condivisione poiché Twitter sta diventando un social network sempre più visivo per adeguarsi alle esigenze degli utenti.

Consiglio: Anche su Twitter, quando rilanciate un contenuto, utilizzate un’immagine a corredo del vostro tweet.

4. Stimolare stupore, risate e divertimento

Sono stati analizzati i 10.000 articoli più condivisi sul web e mappandone le emozioni veicolate. Le più presenti sono appunto lo stupore, le risate e il divertimento (queste ultime, comunque, direttamente collegate). Perché? Secondo uno studio del New York Times i motivi per cui le persone condividono un contenuto sono questi:

1) offrire agli altri contenuti di valore e divertenti
2) differenziarsi dagli altri, definendo se stessi
3) coltivare le relazioni rimanendo in contatto con gli altri
4) diffondere le cause in cui credono.

Consiglio: Siate divertenti, coerenti e abbiate il coraggio di esprimere le vostre opinioni.

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5. Condividere liste e infografiche

Oltre alle liste (o elenchi) e alle infografiche, che sono i contenuti che maggiormente diventano virali, altri contenuti che si diffondono facilmente sui Social Network sono gli articoli “Perché” (rispondono ad una domanda, come questo articolo) e quelli che cominciano con “Cosa…”. Seguono invece gli articoli “Come…” (i cosiddetti “how to”) e i video, che ci saremmo invece aspettati tra i primi posti.

Consiglio: Se scrivete articoli corposi, organizzateli per punti o almeno suddivideteli in paragrafi ben leggibili.

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6. Dieci è il numero magico per gli elenchi

Sarà l’effetto decalogo o del sistema decimale o del fatto che abbiamo dieci dita, ma le liste con un numero di punti diverso da dieci non ottengono lo stesso successo. Il numero più utilizzato dopo il 10 è il 23, ma il 10 ottiene il quadruplo delle condivisioni.

Consiglio: inutile dire che vi conviene organizzare il vostro contenuto arrivando a dieci punti tondi tondi.

7. Più c’è fiducia più aumenta la condivisione

Sono stati esaminati gli articoli che contenevano una “byline”, ossia info sull’autore, la fonte, le referenze che garantiscono l’affidabilità del contenuto. Le persone hanno bisogno di conoscere l’origine delle affermazioni o degli argomenti proposti, ma sembra che su Facebook questo non abbia praticamente alcun impatto, mentre fa una grande differenza su Google+, Twitter e LinkedIn. Cosa abbastanza prevedibile dato il diverso tipo di pubblico e di obiettivi di chi frequenta questi social network.

Consiglio: Citate sempre la fonte e fornite informazioni sugli autori degli articoli.

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8. Gli influencer hanno un effetto moltiplicativo

Come influencer vengono definiti gli utenti Twitter che hanno una media di Retweet pari a 2,0 che sembra un numero piccolo ma in realtà non lo è affatto. Dall’analisi emerge che è sufficiente avere un retweet da parte di un influencer e questo aumenta del 31,8% la condivisione sui Social Media, mentre averne 3 la raddoppia e averne 5 la quadruplica, rendendo esponenziale l’effetto virale.

Le persone amano condividere i contenuti in cui sono coinvolti anche non direttamente, ad esempio chiedendo loro di poter inserire una loro citazione all’interno del vostro articolo, chiedendo la loro opinione o un feedback su un’idea, mettendo un mi piace su quanto hanno scritto sul vostro argomento. Oppure, in maniera diretta, intervistarli direttamente. Condivideranno sicuramente il vostro articolo e avrete molte più possibilità che diventi virale.

Consiglio: Includete persone influenti nei vostri contenuti per migliorarne significativamente il livello di condivisione.

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9. Rilanciare vecchi contenuti

Come scrivevamo in un recente articolo, ripubblicare vecchi contenuti sui Social Media è utile perché fornisce un servizio a chi non è riuscito a trovarli nel momento in cui li abbiamo pubblicati. L’effetto condivisione infatti dura veramente pochissimi giorni. Pensate che dopo 3 giorni dalla pubblicazione il numero delle condivisioni crolla del 96% (su Facebook è il 98,9%) per i successivi 4 giorni. Dopo una settimana il numero di condivisioni scende dell’86% nelle 3 settimane successive.

Se invece i contenuti vengono ripresi dopo qualche settimana e ricondivisi sui Social Media, l’effetto condivisione riprende. Ovviamente i contenuti devono essere “evergreen”, non avrebbe nessun senso ricondividere una notizia relativa ad un momento specifico a distanza di giorni o settimane, mentre in occasione di festività o ricorrenze si può anche rilanciare lo stesso contenuto.

Consiglio: Ricondividere i contenuti almeno una settimana dopo la prima pubblicazione. Identificare eventi o feste ricorrenti e ripromuovere lo stesso contenuto.

10. Il martedì è il giorno migliore per la condivisione

L’inizio della settimana è sempre il più favorevole per la condivisione sui Social Media. Forse perché le persone iniziano la settimana lavorativa, sono in ufficio al computer o attaccati al proprio smartphone e hanno bisogno di distrarsi e informarsi. Il martedì sembra proprio essere il giorno della condivisione per la maggior parte dei Social, fatta eccezione per LinkedIn e Pinterest, in cui il giorno migliore è il lunedì. Questi almeno sono i dati a livello mondiale e in lingua inglese. Chissà se in Italia è diverso?

Consiglio: Postare il martedì su Facebook, Google Plus e Twitter. Il lunedì su LinkedIn e Pinterest. Attenzione, però. Non fidatevi ciecamente dei dati globali. Verificate qual è il giorno di maggior reattività della vostra fan base con le statistiche e gli insight e trovate il giorno migliore per postare sui vari Social Network.

 

E voi cosa avete sperimentato? Quali sono i vostri contenuti più condivisi?


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