Perché vado a votare domani. E mi farebbe davvero molto piacere se ci andaste anche voi.
Da Dreamerjuls @juls_thedreamerPerò vi prego, dedicatemi cinque minuti e leggetemi!
So che in questi giorni siamo in tanti a spammare sul referendum di domani e lunedì, ma vorrei raccontarvi perché andrò a votare, perché voterò come voterò e perché mi farebbe davvero tanto tanto piacere se anche voi andaste a votare.
E non importata se siete destri, mancini, ambimani, centristi, avvolti su voi stessi o quant'altro. Perché il referendum è innanzitutto l'occasione che tutti noi abbiamo per incidere DIRETTAMENTE su una legge.
Ok, fatta da altri.
Ma non vi sembra una cosa figa poterlo fare, per una volta?
Decidere se vogliamo o non vogliamo che nel nostro paese sia fatta una cosa o meno?
Potete scegliere di questioni importanti, anche per la vostra vita.
Davvero non vi prenderete un'ora per farlo? C'è gente che da tutta Italia e dall'estero torna a casa per votare.
Ne conosco molti. Quasi nessuno è attivo nella "politica" come tristemente si intende oggi.
E poi volete mettere la figata assoluta di potervi lamentare dopo, e a ragione?
Sì, perché se non vai a votare amico mio e qualcosa non ti va, è innanzitutto colpa tua, che non hai espresso il tuo diritto (e dovere!) civico. Poi di chi ha votato la cosa/persona che non va bene. E vi assicuro, non c'è nulla di più soddisfacente di potersi lamentare o dire "almeno io ho votato..." o "almeno io ho votato così" a qualcuno (soprattutto se è tuo padre e si lamenta di qualcuno che ha votato ;D).
Davvero non volete prendervi un po' di tempo per farlo? Sicuri e sicure?
Se ancora siete in dubbio, visitate http://iovoto.eu/ . E' un sito che non ha a che vedere con i partiti, e potete trovare qualche chiarimento sui quesiti, e video molto simpatici fatti da alcuni attori italiani sul perché si dovrebbe votare.
Sono sincera, a me importa di più che ci andiate, a votare, che quello che voterete. Votate pure "no".
Ma quello che per me è importante è lunedì sera, quando sarò tornata a casa da un'altra massacrante giornata di lavoro e un viaggio in treno infernale, è scoprire che i miei connazionali non sono addormentati come ci dicono, un po' a ragione, tutti gli altri paesi, e che sono andati tutti a votare. Mi farete una stagista pendolare non retribuita molto molto molto felice!
E se pensate che il referendum non serva a niente, ricordatevi della Repubblica, e del divorzio, e dell'aborto. E che se il Referendum non incide più in modo significativo è perché noi abbiamo smesso di crederci, e di impegnarci.
E posso anche dirvi se sto, come lavoratrice, come sto è anche e soprattutto COLPA MIA, che quando c'era il referendum sull'articolo 18 per uno stupido esame all'università non sono andata a votare. E quindi vi invito a insultarmi ogni volta che mi lamento della mia situazione contrattuale, perché è solo giusto.
Ma veniamo ora ai motivi per cui voterò quattro volte "SI".
Il primo sì, per l'acqua pubblica, perché mi sembra francamente assurdo che un bene comune non possa essere gestito da enti pubblici. Perché la legge che vogliamo abrogare dice questo amici: che se un'azienda non è al 40% a partecipazione privata, dal dicembre 2011 non potrà gestire l'acqua. Vi sembra normale? A me no. Voglio che l'acqua, l'acqua che bevo quando sono in giro, l'acqua dei giardini, l'acqua delle fontane, l'acqua delle fantastiche fontanelle che erano la nostra salvezza da ragazzi quando facevamo le vasche dopo aver mangiato pizze troppo salate, rimanga a gestione libera. Che tutti possano partecipare a bandi e concorsi per gestirla!
Il secondo sì, sull'acqua sempre, lo metto perché NO, non ci sto che per permettere SEMPRE ALLE SOLITE AZIENDE PRIVATE di arraffare facciano pagare (non a me per ora, che non ho reddito) ai miei il 7% in più per ripagarli di aver deciso di lavorare nell'acqua pubblica. Alla faccia del ringraziamento. E ovviamente questo 7% non è vincolato, ovvero: se lo mettono in tasca e non sono costretti a reinvestirli per migliorare il servizio, sulla qual cosa potrei anche starci.
Il terzo sì è quello sul nucleare.
E no, amici miei, non sono "eccessivamente emotiva", come definiscono i nostri politici coloro che non vogliono il nucleare in Italia.
Non l'ho mai voluto, e ho delle ragioni molto concrete per non volerlo:
1. Nessuno ci ha mostrato un piano di smaltimento delle scorie ATTUALI, figuriamoci di quelle che produrremmo con il ritorno al nucleare
2. Ci dicono che non dipenderemmo più da nessuno, ma come pensate che si acquisti l'uranio, materia prima per i processi che avvengono nelle centrali? Entrando a far parte di CARTELLI. E secondo voi si entra a gratis e non si deve più nulla a nessuno?
3. Nessuno mi ha spiegato come intendono avere un rientro dalla spesa per le centrali. Voi direte "con l'energia che non dovremo più comprare". Eccerto. Peccato che gli studi internazionali abbiano dato 30 anni di vita alle scorte di uranio. Per la costruzione delle centrali ne hanno messi in bilancio 20, di anni. Ma siamo in Italia, quindi siamo ottimisti e facciamo 25. Secondo voi, anche ammesso che ci siano ancora 40 anni prima che l'uranio si esaurisca, riusciremo a ripagare i mila miliardi spesi?
4. Siamo in un paese che, rispetto a tanti altri, è molto più assolato e ventoso e non stiamo investendo una cippa in questo, ma su una materia prima che tra 40 potrebbe non esistere più, sì. Questo un po' mi fa imbestialire.
5. E questo è il motivo forse un po' emotivo. Alcuni studi, su cui guarda-i-casi-della-vita è difficile mettere mano, dicono che la percentuale di disfunzioni tiroidee e tumori aumenta nei luoghi in cui non si sono correttamente smaltite le scorie radioattive. Chi mi conosce bene, credo sappia perché questo mi rende un "tantino" emotiva.
Ed eccoci al quarto sì.
(tenete duro, ho quasi finito!)
Il legittimo impedimento.
In troppi l'hanno fatta una questione antiberlusconiana, quando per me è fondamentalmente due cose:
1. Credo che la giustizia DEBBA essere uguale per tutti
2. Credo che chi mi rappresenta, che io l'abbia votato o meno, non debba avere a proprio carico nessuna pendenza. Tutt'al più, se viene dichiarato innocente (e non, come spesso i nostri tg confondono, è in prescrizione), può tornare a svolgere pubbliche funzioni.
Questi due principi per me si applicano a chiunque, da sempre. Chi mi conosce sa che una delle poche persone che mi piacciono in politica, anche se non condivido tutte le sue idee, è Emma Bonino. Ebbene, se Emma Bonino venisse portata in giudizio per qualcosa, PRETENDEREI che si dimettesse e che venisse giudicata come lo verrebbe chiunque di noi. E poi sarei la persona più felice al mondo che venisse giudicata innocente, non pensate. Ma credo che se hai una responsabilità così grande come quella di portare avanti una nazione, che tu sia il Presidente del Consiglio o un Ministro o un senatore/deputato o un presidente di Regione, Provincia, un sindaco... insomma, se svolgi una funzione pubblica non devi avere nulla che metta in dubbio la tua integrità. E devi avercela una tua integrità, che sia di destra, sinistra, ambicentro, avvolticchiata su se stessa o quant'altro.
Un tempo i capi di partito si dimettevano se qualcuno dei loro o un parente di qualcuno dei loro veniva accusato di qualcosa.
Hanno smesso di farlo perché noi glielo abbiamo permesso.
Volete davvero non dire la vostra su cose così importanti?
Grazie se avete letto fin qua. Spero di aver contribuito almeno un pochino alla vostra decisione di uscire, domani o lunedì, ed entrare nel vostro seggio e compilare quelle schede.
Un saluto.
Vostra,
Giulia
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