Giusy Staropoli Calafati
TORNA A SUD
Il sole torna a Sud
per riposare.
E’ un emigrante
di tutte le sere
che ha in fitto i cieli
che non sa contare.
E torna sempre qui
per tramontare.
Giusy Staropoli Calafati
Ulivi secolari, terre bruciate dal sole, luoghi assolati dove forse il tempo non vuole più scorrere in avanti. Questa sembra essere l’immagine, molto stereotipata a dire la verità, di un sud d’Italia, in genere, di una Calabria, in particolare, che ha ancora in molti suoi simboli legati alla terra e alla tradizione il suo punto di riferimento più forte.“… e torno alla terra percorrendo ‘ La via degli ulivi ‘, tenendo nel petto un ‘cuore cantastorie’ e portando tra le mani ‘una rosa nel bicchiere’ da deporre ai piedi della casa di mio padre(…)”. Sono frasi tratte dalla Premessa alla raccolta di poesie SUD La terra di Costabile di Giusy Staropli Calafati.
La poesia TORNA A SUD è piuttosto eloquente in questo senso. Nella sua brevità fissa i parametri di un topos che esprime in versi, semplici e schietti, un paesaggio e un mondo, umano e insieme naturale, che riesce a dare l’idea della sua esistenza al viaggiatore e a chi sosta per sempre o per pochi momenti soltanto. Chi appartiene a questa terra, splendida e amara, non può ancora, come in passato, fare a meno di chiedersi cosa significa abitare la Calabria ed essere calabrese.
Chi è artista o si esprime per mezzo dell’Arte, ha sempre tentato di capire e di dare delle risposte ai molti perché di una terra e di un popolo vessati dalla Storia ma capaci di andare oltre la Storia se solo avessero avuto o avessero i mezzi per farlo.
E’ difficile essere poeta, scrittore, editore, giornalista, pittore, scultore, cantastorie, attore o cantante in Calabria.
Si deve, comunque, pagare un prezzo molto alto in ogni senso per riuscire a farsi accettare e rimanere sul territorio a lottare e a sopravvivere più che a vivere in modo normale come si vive o si vivrebbe altrove.
Per ritornare al libro di Giusy Staropoli Calafati, indicata l’immagine di riferimento della copertina; un volumetto piacevole che tenta di presentare l’essenza della propria appartenenza percorrendo, appunto, “La via degli ulivi, tenendo nel petto un cuore cantastorie”. La prefazione, a cura del noto etnologo – antropologo Luigi M. Lombardi Satriani, coglie, anche se in un linguaggio un po’ troppo specialistico, in sintesi, i tratti essenziali di una letteratura demo – antropologica, i quali riflettono aspetti marcatamente locali, come egli scrive.
Francesca Rita Rombolà
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