Ci sono momenti della vita in cui tutti ci sentiamo perfetti sconosciuti. Sconosciuti agli occhi di un collega, di un amico, di un amante e, perché no, anche ai nostri quando li incrociamo riflessi in uno specchio. Crediamo di essere un libro aperto e poi, un giorno, all’improvviso, ci rendiamo conto che ci sono sfuggiti piccoli particolari, di quelli che non ci piacciono o che non vogliamo cogliere. Perché secondo Gabriel García Márquez “tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”. E l’ultima è il vero problema.
Da questo meraviglioso assunto prende il via la nuova pellicola del regista Paolo Genovese: Perfetti Sconosciuti. Un’opera dolce e amara che sorprende per equilibrio, battute e situazioni raccontate. È una commedia sobria ed elegante, di quelle che si svolgono intorno ad un tavolo, e brillano per le frasi dette e gli sguardi rubati.
Photo: courtesy of Medusa film
È la sera della eclissi di luna e a Roma, in un bel appartamento borghese, sette amici più o meno s-coppiati si ritrovano per una cena au clair de lune. Per l’occasione, arrivano a casa di Eva (Kasia Smutniak) e Rocco (Marco Giallini), due medici che si occupano di corpo (lui) e mente (lei), gli sposini Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohwacher) che ancora vivono nella bolla dei perfetti innamorati e credono che il matrimonio sia una favola senza fine; Carlotta (Anna Foglietta) e Lele (Valerio Mastandrea), il cui rapporto si sta spegnendo sotto il peso della quotidianità; e il simpatico Peppe (Giuseppe Battiston) che da quando ha divorziato è alla ricerca della persona giusta, il che lo porta da un’avventura all’altra. Sono ragazzi che si conoscono da sempre, ai quali basta uno sguardo per comprendersi, difendersi, sopportarsi o aiutarsi. A prima vista si direbbe che tutti sappiano tutto degli altri eppure un gioco, un’idea sfortunata, trasformerà la loro cena in un massacro da cui nessuno uscirà vincitore.
Photo: courtesy of Medusa film
Piccole innocenti bugie, sorprese, segreti che neghiamo anche a noi stessi, e tanti micro tradimenti così pret-à-porter da stupire per quanto siano semplici da realizzare (e tristi nelle conseguenze), sono i protagonisti della serata conviviale tra coppie, tra animi frangibili, che si frantumeranno tra una portata e l’altra. Il caffè sarà amaro e il motivo sarà il telefono cellulare e l’umana presunzione di essere in grado di gestire le menzogne. Come prevedibile, la tragedia non perderà tempo a farsi largo.
Oggi siamo tutti schiavi della tecnologia, affidiamo a lei le nostre agende e le nostre esistenze. Il telefonino è diventato il contenitore di sogni, speranze, errori e dolori. Dovremmo essere consapevoli che qualora consegnato ad un’altra persona (anche se ci dovesse conoscere da una vita), molti dei contenuti verrebbero filtrati dalle altrui storie, idee e meccanismi mentali. Sarebbe quindi un inevitabile disastro. Ciò dovrebbe essere un monito non indifferente sulla necessità di preservare i legami interpersonali dalle eccessive interferenze multimediali. I protagonisti del carnage di oggi peccano di leggerezza esattamente come molti di noi e si ritrovano nell’arco di poche ore a dover arginare uno tsunami: è questo lo spettacolo a cui assistiamo.
Photo: courtesy of Medusa film
Perfetti Sconosciuti, tra una risata e un sospiro, rende le nostre debolezze normali e soprattutto ci ricorda quanto sia importante proteggere i sentimenti e la coppia dagli agenti esterni, talvolta anche da noi stessi. E fa tutto questo con naturalezza e sorprendente chiarezza, senza mai scivolare nel ripetitivo o caricaturale. Insomma, ci ricorda che, se amiamo una persona, che sia un marito, un amante, un figlio o un amico, dobbiamo prendercene cura. Potremmo scoprire che molti problemi non si farebbero spazio. Preconcetti e paure sono in ogni momento in agguato e non sempre ci viene offerta una seconda chance.
Ripercorrendo le correnti di Polanski e della dramedy da camera, recentemente al cinema anche con Sergio Rubini, Genovese firma una commedia che rappresenta lo specchio dei tempi moderni: è quieta, spiritosa e adatta a tutti. Saranno i filtri di ognuno a renderla più o meno drammatica.
Vissia Menza
Recensione a breve anche su CineAvatar.it