Il settore del cielo da cui sembrano provenire le stelle cadenti o meteore. Sotto è visibile a forma di V la Costellazione di Perseo. Fonte e crediti: AstroPerinaldo.it – http://www.astroperinaldo.it/blog/2012/san-lorenzo-stelle-cadenti-estate-2012/
Le stelle cadenti, o meteore, sono le scie luminose prodotte dall’evaporazione nell’atmosfera di piccole particelle di roccia, ghiaccio e polvere. Sono le comete, che nel loro passaggio ravvicinato con la Terra, lasciano questo materiale in grande abbondanza nel loro moto periodico i vicinanza del Sole. Quando il nostro pianeta le attraversa, esse si incendiano in alta atmosfera, creando delle scie luminose in cielo.
Sono particelle minuscole: le più pesanti pesano appena un decimo di grammo ma non sono visibili da Terra. Le più grandi, invece, lasciano delle scie luminose molto brillanti viaggiando a velocità elevate, fino a 72 chilometri al secondo (pari a circa 260 mila chilometri all’ora) e dando vita a scie luminose lunghe anche 5-20 chilometri.
FIno al Settecento era diffusa la convinzione che le stelle cadenti fossero del gas che si incendiava in alta atmosfera. La parola meteora ha proprio il significato di “appartenente all’atmosfera”, visione perfettamente coerente con la convinzione di Aristotele secondo cui il cielo stellato fosse perfetto e incorruttibile e che tutti i fenomeni transitori dovessero essere prodotti da una sfera più bassa e terrena.
Fu Giovanni Virgilio Schiaparelli, che a partire dal 1860 fu Direttore dell’Osservatorio di Brera, a capire la natura delle stelle cadenti e a dare la corretta interpretazione studiando le antiche cronache sull’apparizione di sciami particolarmente intensi di stelle cadenti. In particolare, Schiaparelli concluse che quando la Terra incrociava l’orbita della cometa Swift-Tuttle (dal nome dei due scopritori) che presentava un periodo di 133 anni,
si aveva un massimo di pioggia di particelle nel cielo, tra metà luglio e metà agosto.
Il punto da cui le stelle cadenti sembrano provenire viene chiamato radiante ed è nella costellazione del Perseo, da cui il nome Perseidi dato alle stelle cadenti. Il fatto che sembrano provenire da uno stesso punto del cielo è legato ad un fenomeno di prospettiva: in realtà tutti i corpi dello sciame si muovono parallelamente fra loro, in direzione della superficie terrestre, ma dato che li osserviamo dal basso sotto una certa angolazione, le meteore sembrano percorrere un arco nel cielo, proprio come quando osserviamo cadere la pioggia e si è in movimento.
Il picco delle Perseidi si registra non il 10 agosto bensì nella notte del 12 e 13 agosto. Una volta il picco si registrava il 16 agosto, ma ora lo sciame si è spostato.
Conviene guardarle ad occhio nudo e non con un binocolo, perché la probabilità di trovarne una in quest’ultimo caso è molto più bassa. Occhi al cielo, verso nord più o meno dalle 23 in poi.
Oltre alle Perseidi (9-16 agosto) i più famosi sono quello delle Leonidi (17-18 novembre) e delle Orionidi (intorno al 21 ottobre).
Secondo la mitologia greca Perseo, figlio di Zeus, come prova del suo valore e della sua forza, venne mandato alla ricerca della gorgone Medusa per ucciderla.
Medusa era così orrenda che guadarla negli occhi significava essere trasmutati in pieta.
Andromeda, incatenata e il mostruoso Ceto ai suoi piedi. Gustave Doré.
La notte prima della sua partenza,a Perseo apparve in sogno Atena che gli consegnò una spada magica con la quale avrebbe decapitato Medusa e uno scudo scintillante che avrebbe dovuto usare come specchio: l’immagine di Medusa riflessa non lo avrebbe pietrificato.
Subito dopo gli apparve in sogno Mercurio, il quale gli regalò un paio di sandali magici per poter volare fino all’isola dove si trovava la gorgone.
Durante il viaggio Perseo incontrò tre ninfe del Nord che gli lasciarono in dono un elmo magico che lo avrebbe reso invisibile e una borsa magica per la testa della gorgone decapitata.
Con tutte armi Perseo riuscì facilmente nell’impresa. Dal sangue che lentamente cadeva dalla borsa magica dove era conservata la testa di Medusa nacque il cavallo alato Pegaso, che Perseo montò per iniziare il suo viaggio di ritorno.
Ma durante questo viaggio, in prossimità delle coste greche Perseo vide la giovane principessa Andromeda incatenata ad uno scoglio di una piccola isola e il terribile mostro Ceto (Balena) che le si avvicinava pronto per divorarla. La madre di Andromeda, Cassiopea, era la bella regina Etiope della città di Joppa in Fenicia, che era andata sposa a Cefeo. Cassiopea era estremamente orgogliosa della sua bellezza e molto di più di quella di sua figlia Andromeda. Un giorno la sua vanità la portò a dire che le loro bellezze superavano quelle delle ninfe marine scatenando così l’ira di Poseidone, il dio dei mari. Poseidone inviò il terribile mostro Ceto (Balena) a distruggere l’intera città. L’unico modo per placare l’ira era di sacrificare la giovane
Andromeda al mostro marino. Andromeda, così, venne incatenata ad uno scoglio di una vicina isoletta pronta per essere divorata.
Ma Perseo sul cavallo alato estrasse la testa della Medusa e la rivolse verso il mostro Ceto che venne istantaneamente tramutato in pietra.