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Persona di Ingmar Bergman (in corsivo)

Creato il 16 luglio 2011 da Spaceoddity
Forse non dovrei parlare di Persona e forse dovrei saltare a pie' pari Ingmar Bergman.
Persona di Ingmar Bergman (in corsivo)Persona (1966) è una storia di due donne, una storia che non sono riuscito a seguire bene. Una è attrice, ma è in crisi: si chiama Elisabeth (ed è la magnifica Liv Ullmann) e viene presa da una crisi isterica proprio mentre recita, così, le vien da ridere. L'altra è l'infermiera, Alma (l'altrettanto splendida Bibi Andersson). Insieme, dopo una breve degenza in ospedale, vengono invitate nella casa a mare della dottoressa che ha in cura Elisabeth (Margaretha Krook). Questo isolarsi dalla città e dal mondo sembra far bene alla paziente, salvo scatenare nell'infermiera un dolorosissimo atto di autoanalisi, l'empatia si fa asimmetria di ruoli e di vite, avviene uno scambio, è tutto come un sogno... e non capisco bene di chi.
Ogni singola inquadratura di Persona è un omaggio alla bellezza. Senza virtuosismi tridimensionali, Bergman compone l'immagine con una sapienza a tratti commovente e in ogni caso degna del più alto stupore: il gioco di luci, esasperazione "liquida" dell'indimenticabile Un'estate d'amore, è una firma indiscutibile del regista. Persona è molto più che un susseguirsi fluido, magistrale di chiaroscuri dell'anima, è l'apoteosi dell'immagine, del culto di un'immagine dietro la quale la persona sfugge, si nasconde. Questo è un film crudele, durissimo, ovviamente censurato al suo apparire. Conosce l'armonia della sonata ottocentesca e l'ineffabile durezza di una composizione dodecafonica: la melodia, se lo sa fare, sarà l'anima a ricomporla.

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