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Persona in b/n

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara

Conla chiave, quella, già fuori, protesa nello spazio oltre allasoglia, esposta all'aria gelida e già pronta a rientrare nella toppaper richiudere la porta, prima, e poi, finalmente, nelle taschetiepide del padrone di casa e... oh, ecco il meritato riposo, Lui,Quello, inciampò. Annusato il ghiaccio che l'attendeva armato, fluttuante nell'aria esterna, riflettè: m'inciampo e penso: qui Giano delle porte dice che sarebbe meglio rimanere a casa,prima che io faccia la fine del Protesilao della situazione, chequali e quante sciagure mi si abbatteranno da qui al supermercato,schiacciato dall'ingresso automatico, novello Ellesponto, appena sbarcato sulle spiagge di Dardano, investito da un carrello tirato da due stalloni istruiti da Nettuno, colfreddo che fa, considerato poi che in casa c'è roba da mangiare pertre giorni e che questa cosa di recarsi ciclicamente a fare la spesanon è altro che un vizio, un'abitudine perversa, con questa nebbia,poi, e con la crisi che c'è, il futuro è nero, a parte il Nataleche è bianco, in una giornata così, bene farei a starmene a casa aguardarmi un bel film vecchio di quelli in bianco e nero, e tuttoquesto sia detto aldilà della questione Giano e inciamparsi sullasoglia, dacché fortunatamente, io, non sono superstizioso. Oh,no. Teneva persino un gatto nero in casa. Sia detto aldilà del fattoche le vecchie del paese gli avessero ripetuto, per una vita: Gattonero in strada, alla sciagura bada; Gatto nero in casa, la fortuna tis'infrasa, dove, più o menodialettalmente, l'infrasarsi sta per l'incastrarsi di molte cose, inpoche parole, allusione alla sovrabbondante fortuna che sta perinvestirti come l'esondazione di un fiume d'oro colato che il gattonero domestico farà in modo, che tu lo voglia o no, di deviarti insalotto.Perquanto al momento, diciamocelo, in salotto l'unica pioggia dorata chequel gatto grasso è stato capace di portare è stata la sua urina,il più delle volte diabolicamente irrorata in modo d'andar asporcare il pavimento, solo spruzzando di striscio la lettiera, giustoper poter dire Oh padroncino mio, io avevo Davvero mirato aquella cosa che tu Gentilmente hai posizionato lì per farmiciurinare dentro, ma io sono miope e debole (a causa del poco cibo che miconcedi) e questo è tutto quello che ho potuto fare, quandoin realtà è chiaro che lo faccia solo per vendicarsi del fatto cheil cosiddetto padroncino dopo un'oretta e mezza finisce ignobilmente per annoiarsidi giocare alla palletta con lui.PERSONA IN B/NComunquelo snaturato compagno di questo nostro nobile ed altero animale,richiusa la porta, lasciò solitarie e perplesse le chiavi sulmobiletto dell'entrata e si avviò verso lo scaffale delle vecchievideocassette. Aveva già scelto il film che avrebbe visto: Personadi Bergman. Lo scelse perché era proprio il biancoenero che siaddiceva alla giornata, e poi perché l'aveva già visto tante diquelle volte che si poteva pure permettere di fare altro, nelfrattempo, senza rischiare di perdersi all'improvviso nella trama. Trama...Acceseil videoregistratore. Infilò la cassetta. Play. Andò verso lafinestra. Alzò la tapparella. Spense le luci. La sala illuminata dinebbia riflessa.E'perfetta, Liv Ullman, anche senza parole. Lascia senza parole. Tilascia a bocca aperta. Perfetta la sua bocca. Con quella boccapotrebbe dire ciò che vuole, invece fa di più, in Persona: nonparla. Con quella bocca dovrebbe tacere, pensòil Nostro, guardando fuori, vedendo quella vecchietta curva disacchetti della spesa che risaliva la strada verso casa. Qualchegiorno prima gli si era avvicinata e gli aveva chiesto dellecondizioni di salute dell'anziano padre, e quando il Protagonista glirispose Non troppo bene, purtroppo, leicommentò Dobbiamo sperare, speriamo. Qualcosa bisogna purdire. Al che lui pensò Maperché? E :Conquella bocca può dire ciò che vuole, Liv Ullman. Anzi, di più. Puòpermettersi di tacere.Ecco,questa è la parte in cui lui immagina che Bibi Andersson, al colmodella crisi isterica, distrugga il ginocchio dell'altra con unamartellata, gridandole: Perché non parli?Guardòil gatto e pensò: Come si dice, è perfetto, gli mancherebbe solola parola. Qualcosa bisogna pur dire: E' perfetto: gli manca laparola.Scivolandodentro e fuori dalla visuale, come una macchia scura che pulsa nellanebbia, sfilò, camminando all'indietro, una donna vestitacompletamente di scuro, a piccoli passi, sul marciapiedesemi-ghiacciato. Il fumo della sua sigaretta frammischiato al vaporedel suo fiato rimaneva sospeso sulla sua testa e a contatto con lanebbia sembrava rapprendersi, formare un fumetto sopra alla sua testain cui si leggeva: “Tutto è nero”. E Lui pensò: C'èchi si sposa tutta vestita di bianco, perché è segno di purezza.Perché a chi si mette in lutto non si da dell'impuro?Perchéè sempre la porta del bagno quella che cigola? Qualcosa bisogna purdire.Forsela Ullman ha sussurrato qualcosa. Fa freddo, in quel film. Dovrebberostare a casa, ad accarezzare il gatto, a scoprirlo meravigliosamentemuto.Ancora,alla finestra, guardò il camino fumante del dirimpettaio. Riflettè:Nel nero fumo che per sua natura ambirebbe ad innalzarsi ad unlassù qualcosa, ad un sopra X, portato dal vento ad annerire levostre candide pareti, io sto.Colbianco che si dissocia dal nero solo per potere, un giorno, esserenero. Ed il nero che fa lo stesso, ed eccoli che si scambiano leparti.Il grigio è solo la traccia di un incrocio. Il segno che le due parti sono transitate di lì, lasciando che solo il loro ricordo si mischiasse.Forsesi diventerebbe persino migliori se ci si accontentasse di esserecome si è.Ladiversità di chi sta in disparte non serve di lezione. A nessuno.Ilmio inchiostro è fuliggine.Perme il fuoco è solo una diceria.E'superstizione.

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