In questa rubrica, diciamocelo, non possiamo mica parlare solo di sfigatissimi degli anni ’80 (anche perché dopo un po’ scarseggiano: suggerite va), ma anche di altre tipiche caratterizzazioni dei personaggi dei cartoni animati della nostra infanzia. Oltre a chi subisce, le insidie della vita, infatti, ci sono anche altri personaggi con caratteristiche diverse come, ad esempio, quelli che portano sfiga. In tutta la storia dei cartoni animati una iettatrice come Georgie e i suoi “biondi capelli dorati” è passata del tutto inosservata, perché mitigava le sue doti di fattucchiera con una troiaggine ai limiti del naturale. La giovane Georgie, quindi, è un esempio concreto di ben due caratterizzazioni dei personaggi cartunosi degli anni ’80: da una parte l’untrice, che sparge sfiga su qualsiasi cosa tocca sin dalla nascita, e dall’altra parte la zoccoletta, di cui tutti si innamorano. Queste due particolarità messe insieme danno un cocktail micidiale per chiunque gli si avvicini e la sua storia ne è la dimostrazione.
Anche in mezzo ai prati Georgie si è sempre data da fare
Il primo ostacolo da superare per vedere questo cartone, soprattutto per i maschietti, era riuscire ad ascoltare tutta la monotona sigla di Cristina D’Avena, che ci racconta come sempre una storia completamente diversa da quella che poi vedremo sullo schermo. Gran parte della vicenda è ambientata in un’Australia stranamente simile alla Svizzera di Heidi, con la differenza che c’è ancora la colonia penale inglese del XIX secolo. Georgie è la figlia di una reclusa che, scappata dalla prigionia con la figlia, prima di morire affida la bambina a uno di passaggio, che potrebbe pure essere Pacciani, ma tanto ormai. Georgie, quindi, cresce ignara di tutto con la famiglia Butman insieme ai due “fratelli” Abel e Arthur. I due ragazzini, però, sanno che Georgie non è loro sorella e nella prima pubertà ogni tanto gli sale la bestia e vorrebbero farsi Georgie, anche perché vivono in mezzo ai colli con le pecore e altre ragazzine non se ne vedono. La madre dei due, intanto, è in ansia perché la cosa potrebbe distruggere la famiglia…e con “la cosa” intendo proprio Georgie. La sfiga di lì a poco si avventa sul suo mondo e il marito, che aveva raccattato la bimba dalla strada, muore per proteggere sempre lei.
Crescendo i due fratelli ci stanno sempre più sotto e Abel decide di darsi per mare invece di farsi seghe tutto il giorno. Tornato dopo un anno e mezzo decide di confessarsi a Georgie, ma Arthur lo scopre e partono cinquine a non finire. La madre scopre i due
La devo proprio commentare questa? Ma il cane poi?
fratelli che litigano e gli confida che il padre di Georgie era un inglese deportato nella colonia penale. La zoccoletta, intanto, ha rimorchiato Lowell Gray, che tanto perché non c’è interesse è nobile, quindi con parecchia disponibilità economica. La matrigna, che evidentemente non ha nulla di meglio da fare di spiare la gente, scopre pure loro e sputa in faccia a Georgie tutta la verità…da lì a pochi mesi la donna stirerà le zampe per sempre. Intanto lo zio Kevin, apparso così per caso durante il cartone, rivela a Georgie che i due fratelli sono innamorati di lei, che per tutta risposta si finge un uomo e se ne va dall’Australia per cercare Lowell…che quello almeno c’aveva i soldi, c’aveva.
Arrivata in Inghilterra, Georgie scopre di essere figlia del conte Fritz Gerald (e te pareva!) accusato ingiustamente (ovvio!) di aver attentato alla vita della Regina Vittoria. Nel frattempo anche Abel è arrivato e più tardi arriverà anche Arthur (dopo aver seppellito la madre) che dopo due giorni che sta a Londra cade nel giro criminale del Duca Dangering e del figlio Arwin che scopre essere i veri responsabili dell’attentato. I due per non farlo parlare lo rapiscono e lo imbottiscono di droghe (ahah). Intanto Georgie ritrova Lowell, che però è già fidanzato, ma lei se ne frega altamente degli altri e scappa con lui. Il tocco mortale di Georgie non è esaurito e Lowell dopo poco si ammala di tubercolosi e per salvarsi torna strisciando dalla ragazza. Alla fine Georgie e Abel riescono a salvare Arthur e se ne tornano in Australia a fare menage a trois fra una zappata all’orto e una tosata di pecore.
Scopro solo ora, infine, che il manga è molto più tragico e verso il finale l’aura pestilenziale di Georgie causa la quasi morte di Arthur, che drogatissimo si getta nel Tamigi. Per Abel invece non c’è speranza perché, dopo aver ricevuto l’agognato triangolo di Georgie e averla messa incinta, viene proprio fucilato.