Dopo anni di bicicletta sapevo che i mezzi lenti non sono solo un modo per vedere di più, ma anche un filtro per selezionare gli incontri.
Difficile che un arrogante o un idiota si soffermi a scambiare due chiacchiere con il conducente di un'utilitaria o di una bicicletta. Quella è gente che semmai si irrita, odia la lentezza per sprezzo o per segreta invidia; dunque viene svelata all'istante dal macinino che la esaspera con la sua andatura.
Utilitarie e biciclette attirano solo i simpatici, i bambini, i matti, i solitari e i vecchi originali dalla memoria di ferro, che sono proprio le persone con cui vale la pena fermarsi sulla strada della vita.
(Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli)
