Non avendo la possibilità di pagare il difficile percorso burocratico relativo, ha dovuto accettare i servici di un noto boss del legname illegale della vicina cittá di Requena (la capitale provinciale): un operatore privo di scrupoli, i cui lavorator, ridotti in stato di semi-schiavitù, finiscono con l'ammalarsi per le dure condizioni di lavoro nella foresta, contraendo malaria, dengue, dissenteria, o larve parassite. In cambio la comunità ha dovuto cedergli tre anni di potere legale sulla foresta, e adesso ha le mani legate di fronte al saccheggio del territorio appena ottenuto. Con il legname che ha estratto con poderosi “trattori forestali” in pochi mesi, si é già ripagato più volte le spese sostenute, e restituirà alla comunità di Victor Raul un territorio ormai degradato, sia da un punto di vista ambientale che produttivo.
In altri casi le terre indigene sono direttamente occupate da boss del legno. È il caso della Comunità Nativa di Aypena sempre dei Capanahuas, che si è vista occupare la propria foresta da un altro “noto maderero” di Requena, registrata a suo nome con firme false, e con l'aiuto di funzionari corrotti e perfino di un proprio prestanome indigeno, fatto eleggere capo con la forza. Dopo 10 anni di sfruttamento intensivo del territorio e della sua popolazione, alla comunità nativa no resta nulla, né attrezzatura da lavoro, né una scuola, né un pozzo d'acqua, né una farmacia, men che meno strutture come pannelli solari, barche a motore, impianto radio. Ultima beffa: i territori sono stati ceduti alla compagnia petrolifera canadese Talisman Energy Inc e tutti gli indennizzi sono andati al boss del legno.