Il Perù affascina, per la magnificenza della sua storia, al tempo stesso così sofferta e rivelatrice di culti crudeli. La vita dell’uomo veniva osannata oppure non valeva niente, alternandosi in una stupefacente dicotomia che ha sempre visto prevalere su tutto la religione e le antiche credenze.
E ancora oggi non smette di meravigliare, dando sfoggio ad una straordinaria ricchezza culturale che ogni giorno regala nuove scoperte. È quanto è avvenuto a Cuzco (anche detta Cusco), capoluogo dell’omonima regione, città localizzata nella sierra sud del paese e dichiarata patrimonio dell’umanità nel 1983 dall’Unesco.
Nonostante Lima, Cuzco è stata la capitale dell’Impero Inca e per questo è da sempre considerata la capitale storica del Perù. La popolazione degli Inca è stata l’artefice di una delle maggiori civiltà precolombiane sviluppatasi sull’altipiano andino tra il XII e il XVI secolo. Proprio qui è venuta alla luce nei giorni scorsi una necropoli antichissima, addirittura risalente a 3.000 anni fa.
Gli scavi hanno fatto riemergere 5 scheletri e alcuni manufatti risalenti alla cultura Marcavalle, una popolazione pre-Inca. Le ossa sarebbero ripartite in due tombe doppie e una singola, e identificate dagli studiosi come appartenenti a tre adulti, un adolescente e un bambino.
La necropoli è stata scoperta in un centro per la riabilitazione giovanile, e rappresenterebbe il rinvenimento di resti umani più antichi finora effettuato. Gli archeologi speravano da tempo di trovare resti intatti di scheletri appartenenti a questa civiltà e, in circa 50 anni di ricerca, è la prima volta che le loro preghiere vengono ascoltate.
È difficile dire esattamente chi furono i primi fondatori di Cuzco. Fra le varie ipotesi, si pensa possano essere stati proprio i contadini di Marcavalle, quindi per questo il ritrovamento è considerato così antico e prezioso. Oltre ai resti umani, nel sito sono stati ritrovati antichi manufatti, quali strumenti di ossidiana, ossa di animali e frammenti di ceramica dipinti con motivi artistici caratteristici della cultura che ha preceduto l’arrivo della civiltà Inca.
In particolare, l’ossidiana è una roccia eruttiva effusiva anche detta “vetro vulcanico”, che si presta ad essere facilmente scheggiata, dando margini taglienti, utilizzata soprattutto nel Neolitico per ricavare strumenti atti alla caccia e armi da difesa. I lavori di scavo hanno avuto inizio nel dicembre del 2013, in seguito ad un attento studio dell’area.
Gli archeologi confidano che nei paraggi possano trovarsi altre tombe, per questo gli scavi proseguono e interesseranno una più vasta area. Nei prossimi giorni bisognerà prestare attenzione alle informazioni più dettagliate che gli studiosi vorranno fornirci.
La scoperta recente fa sì che al momento non circolino molte notizie in proposito e soprattutto che esse siano davvero molto scarne. Confidiamo comunque di saperne di più molto presto.
Written by Cristina Biolcati