Lo scorso 18 gennaio, nella suggestiva cornice del Sangallo Palace Hotel di Perugia, si è svolta la conferenza dal titolo “La Via della Seta 2.0. Il ritorno alle vie terrestri nel commercio internazionale”, organizzata dalla rivista di studi geopolitici Eurasia.
Dopo una generale introduzione del giornalista Andrea Fais, collaboratore del quotidiano cinese “Global Times”, la sessione dei lavori ha registrato gli interventi in sequenza: di Thaissiya Shayeva, segretaria generale del Consolato Onorario della Repubblica del Kazakhstan in Umbria, che ha illustrato una relazione preparata dall’Ambasciatore della Repubblica del Kazakhstan in Italia, S.E. Andrian Yelemessov; del professor Claudio Mutti, direttore di Eurasia, che ha illustrato il nuovo numero della rivista intitolato “Il Secolo Cinese?”; e di Li Xiaoyong, direttore dell’Ufficio Stampa dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia che ha introdotto i principali temi della cooperazione tra l’Italia e la Cina.
Scopo dell’incontro era quello di approfondire il crescente peso internazionale delle cosiddette economie emergenti, cercando al contempo di capire le nuove dinamiche del commercio e del dialogo internazionali. In particolare, la ricostruzione in chiave moderna della direttrice commerciale e culturale più importante in epoca antica e medievale sembra richiamare l’attenzione degli osservatori internazionali, malgrado la sufficienza e l’approssimazione con cui lo specifico tema della cooperazione eurasiatica viene solitamente trattato in Europa occidentale.
La dott.ssa Shayeva ha presentato al numeroso pubblico numeri e dati relativi alla crescita del PIL kazako negli ultimi anni, dimostrando i benefici effetti a lungo termine delle riforme intraprese alla fine degli anni Novanta dal presidente Nursultan Nazarbayev, oltre a rimarcare l’importanza delle relazioni bilaterali tra il Paese centrasiatico e l’Italia.
Il professor Claudio Mutti, dopo una ricostruzione storica dei fattori geopolitici e geoeconomici alla base dell’ascesa e del declino della Via della Seta, ha invece focalizzato l’attenzione sulla complessità politico-strategica presente nell’odierna fase di multipolarizzazione degli equilibri internazionali, con particolare riferimento all’ambigua formula anglofona del co-engagement, ricorrendo alla quale gli strateghi statunitensi pretenderebbero di monitorare lo sviluppo della potenza cinese per indirizzarlo a proprio vantaggio.
Il dott. Li Xiaoyong, complimentandosi con la redazione della rivista Eurasia per il lavoro finora svolto, ha infine messo in evidenza l’ascesa pacifica della Cina, la sua linea-guida cooperativa nel campo delle relazioni multilaterali a partire dal contesto della regione Asia-Pacifico, i passi compiuti dall’attuale dirigenza del Partito Comunista Cinese verso ulteriori riforme interne finalizzate alla riduzione degli squilibri sociali e climatici. Particolare attenzione è stata riservata al ruolo del colosso orientale nel quadro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai in relazione alla sicurezza dell’Asia Centrale, perno geografico della Via della Seta.
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