di Ciuenlai
Finalmente qualcosa si muove. Le iniziative del Comune di Perugia per rivitalizzare il Centro Storico, buone o cattive che siano, hanno il merito di rimettere in moto una specie di forum delle idee, che una lunga fase politica di disimpegno, aveva reso silente. Risvegliare la voglia di discutere e partecipare non è cosa da poco. Ma attenzione! Bisogna partire col piede giusto ed evitare di imboccare strade pericolose. Ci sono due elementi, legati tra loro, che mi paiono ancora carenti e che rischiano, se non affrontati, di rendere vano ogni sforzo di rinascita dell’acropoli. C’ è una prevalenza di proposte per organizzare l’afflusso al centro. Minimetro anche di sera, minibus notturni, parcheggi meno cari. Tutte cose ottime, ma immediatamente sorge spontanea una domanda “più mobilità per che fare?”. A che serve aumentare le possibilità di accesso se non si aumentano le attrattive e i motivi per salire? E quindi arriviamo al secondo elemento che mi sembra non essere ancora abbastanza presente. Il centro deve fare sistema ed offrire, ogni giorno qualcosa, per cui vale la pena di venirci. L’aumento dei luoghi della cultura (San Francesco al prato, le nuove scoperte sotto al Duomo ecc.) non costituiscono di per se un automatico aumento di presenze. Se l’acropoli del capoluogo non si organizza come una proposta unica che incastra le iniziative periodiche (mercatini, manifestazioni grandi e piccole, eventi, mostre ecc.) con l’offerta quotidiana (cinema, teatro, concerti) ed infine, con il tessuto economico (ristorazione, locali di ritrovo, luoghi dedicati alle botteghe artigiane), non darà mai l’idea che un “nuovo centro è possibile”. Lo ripeto fino alla noia, se si vuole spingere la gente ed i cittadini a riappropriarsi del simbolo della loro città, bisogna, che ci sia sempre una ragione per andarci, una per viverlo e una per amarlo. E’ questo processo che poi può convincere le persone che possono permetterselo (il mercato immobiliare ha ancora costi proibitivi per le normali famiglie) a tornare anche ad abitarci. Semplicemente perché ne vale la pena. Ma se si continua a fare di ogni cosa un elemento staccato dagli altri, il risultato, temo, che sarà, ancora una volta, scadente